Aggrediti da dolcezze inaudite,
tra canditi al cianuro e spume di
addio residuo, fra foreste pluviali
in bicchieri d'acqua, tu mi esorti
all'oscena innocenza del delirio.
E io, memoria e precipizio, ti prendo
sul divano, di schiena, mentre tu
sussurri: "fammi quello che vuoi".
Quello che voglio è quello che posso.
Perdonami. Non è mai abbastanza.
Vorrei essere plurimo e fosco.
2 commenti:
tutta colpa della prostata..
Ahah
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