Non riesco a rinunciare alla mia individualità, evangelicamente parlando
mi rendo conto di questo mio lato meschino, sono legato alle mie fobie,
affezionato ai miei complessi, provo simpatia per le mie contraddizioni,
mi sento perdutamente terrestre, l'azzurro del cielo può essere di una
noia mortale, se non ci fossero le nuvole sarei già impazzito, non voglio
rinunciare a me stesso, il mio io è un macigno al collo, raramente una
piuma, ma ho terrore di perdere il mio volto e il mio nome, e sono certo
che tra l'anagrafe e l'eternità sceglierei l'anagrafe. Eppure l'estasi sacra
di annullarsi in Dio deve essere una esperienza di una purezza inviolabile.
R.F.
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