Mi si allunga il pensiero nel girotondo
degli incubi.
Mi sveglio sottosopra con i sogni in
bocca, e li vomito sul cuscino.
Ho paura. Paura di tutto. Sono pantofobico.
Ho paura anche delle pantofole.
Lo strazio, una corda di violino nel cuore.
Una corda che si spezza e mi uccide.
L'amore non è rosso, è viola. Cianotico.
L'amore strozzato è il mio destino.
Taglio la gola ai fiori. E l'universo è polline
incandescente.
Una strana, demente speranza accende
i miei passi, e precipito
sulle cose, precipito nel vuoto di una
purezza ferita.
2 commenti:
"Ho paura. Paura di tutto. Sono pantofobico.
Ho paura anche delle pantofole."
E dei pantografi? dei pantaloni? e del Pantocratore? e delle pantomime? e della scala Pantone? e del Pantheon? e di Pantagruel? e dei pantani, delle pantegane, dei panteisti, del pantopode e della pantoptosi, e dei Pancrazi? e dei Carpazi? Carpazi? che cacchio c'entrano i Carpazi? e che ne so, disse l'interlocutore, sei tu che hai cominciato. Io ho cominciato? Ma sei matto? Tu hai cominciato, con sta storia del pan di qua, pan di là, pan di zucchero e panfilo carico di pan-ciuti. O no?
ahahaha, io sono la miccia, tu l'esplosione.
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