I suoi occhi non sono occhi ma qualcosa
che non so capire, a volte sembrano due
calabroni incastonati nel suo volto, pronti
a prendere il volo per pungerti la bocca.
Fanno paura i suoi occhi come fa paura
la bellezza che lacera, che fa gemere tutto
il creato. Non sono verdi ma i suoi occhi sono
foreste pluviali per chi ha sete di tormento.
Quando ride i suoi occhi diventano due
tigri albine, e quando beve e fa oscillare
il bicchiere nella sua mano i suoi occhi sono
lo specchio di ogni ebbrezza terrestre.
Quando fuma i suoi occhi si fanno nuvola,
tempesta sulle ferite del desiderio, tuono
che agita sinfonie nel sangue, e chi la guarda
si perde, si ritrova e poi si perde ancora.
Ma di chi sono i suoi occhi?
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