Non so più chi sono, che cosa sono, ho perduto
i miei biglietti da visita e non mi visita più nessuno.
La mia carta d'identità è finita nel pozzo.
Tutti i miei codici, anche quelli segreti, sono nella
bocca del drago. I ricordi mi girano le spalle.
Un vigile cattivo mi ha tolto la patente. Un vigile
con gli occhi di serpente. Ero passato col verde ma
lui mi ha fermato perché ha capito che sono un
uomo senza speranza, e gli uomini senza speranza
devono passare col rosso. Il verde è un lusso che
non potevo permettermi. Ho dimenticato il cellulare
in una camera d'albergo. L'albergo è andato a fuoco.
La mia scheda è diventata cenere. Il mio computer
è andato in tilt. Schermata nera come la mia vita.
Non so più allacciarmi le scarpe, non ricordo più
come si fa. Anche il nodo alla cravatta ho dimenticato.
Restano poche cose: il volto di mia madre e un
sorriso che incontrai un giorno, ma non ricordo
che giorno era. E resta il mio corpo. E la sua ombra.
Riparto da questo. Riparto dalle mie vertebre.
La libertà è un labirinto crudele, la libertà è un
mostro, ogni mio passo è il contrario di se stesso,
mi ritrovo al punto di partenza e nello stesso
tempo al punto di non ritorno, ma vado avanti con
le briciole del mio coraggio, e la fame nel cuore.
Ci saranno notti, ancora notti, poi, forse, l'alba.
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