Mi ci rompo la testa, cerco di capirti, ma tu stai muta,
muta dentro un silenzio urlante, e mi spacchi i timpani
con il tuo grido fermo nella bocca, fermo a covare un
altro grido-pulcino. Sei una donna assurda, non hai mai
offerto il seno ai morsi del vento, tremi tutta se apro
le finestre, ti rifiuti di donarmi l'intimità di una polmonite,
ti ostini a restare sana, sana come una rana, sana come
una dinamite di cristallo, sana come una donna che
spadella, che spolvera, che muore tra acari e dogmi di
cartavelina, e non vuoi scucirti le cosce, non vuoi battere
i marciapiedi del mio desiderio, e farti puttana delle
mie fantasie, che donna assurda che sei! E muta, muta
di terribile mutismo, dentro un silenzio urlante che mi
mi uccide, che mi uccide, e tu ridi copiosa d'assurdo.
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