La televisione è una livella come la morte. Livella tutto.
Tutto allo stesso livello:dalla strage alla liposuzione.
La ragione, che è la facoltà di analizzare e distinguere,
viene continuamente mortificata, umiliata dal mostro
televisivo. Si assiste impotenti a un vero e proprio
annichilimento dell'essere umano, della sua capacità
di narrare, indagare, interrogare la realtà. La realtà
stessa diventa un'intrusa, una clandestina, un fastidio.
E che cosa resta di un essere umano se lo privi della
realtà? Nulla. Non resta nulla che abbia un valore o
un senso. Il palinsesto televisivo si sostituisce alla
vita. Siamo utenti programmati, programmati per non
esistere più. Questa miseria culturale è la via regia
per le nuove dittature, per le nuove schiavitù. Così
muore la parola, viene sepolta da un brusìo di fondo.
La televisione è questo immenso brusìo che serve a
coprire l'urlo della vita, e il suo canto. Serve al Potere.
E che cosa resta di un essere umano se lo privi della
parola? Nulla, non resta nulla. Che c'è stasera in prima
serata?
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