Caos luccicante di diamanti feriti
in questa mia povera testa, affondo
nelle sabbie mobili della memoria.
Il dolore leggero dell'infanzia,
quel giardino dove i frutti maturavano
nell'oscuro di un cielo lontano.
Ancora non sapevo che i ricordi sono
chiodi conficcati, e fanno ruggine.
E non c'è scampo se non nella gioia.
Si scioglie l'aspirina nel bicchiere,
svanisce lasciandomi nudo sulla soglia,
in attesa, con la testa che brucia.
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