giovedì 9 luglio 2015

UN ALLUCE ALLUCINANTE

6 commenti:

Unknown ha detto...

A me il titolo fa molto ridere.cmq già in questi scritti, al di la del contenuto che testimoniano un vissuto personale, è presente la capacità metaforica, l'invenzione, la fantasia, la potente immaginazione poi è ovvio che il linguaggio nel corso degli anni è andato perfezionandosi e diventando sempre più complesso leggendo tanto, perché scorrendo sul blog ci sono poesie molto difficili,complesse, colte frutto di elaborati complessi interiori .

-farinomane- ha detto...

Un Alluce Allucinante potrebbe non essere sufficiente per dimostrarlo, ma per me tu sei un poeta vero....sei anche tante altre cose per carità ehm...ma sei un poeta, un poeta che si serve di vari registri espressivi...dalla scrittura alla cinematografia, dalla recitazione alla vita di tutti i giorni. E per quanto non ve ne sia un ritorno economico tu ti impegni per esserlo...sei uno che produce, quindi lavori. E chi non sa riconoscere la poesia in te è perché forse ha un'idea della poesia piuttosto limitata...nel senso di stereotipata. Per me la poesia è un lampo nell'oscurità ...e tu fai luce.

Gaetano. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Gaetano. ha detto...

Che carino questo amarcord. Anch'io ho il titolo del mio prossimo libro di poesie: "Ho lacerato la cerata con l'acero". P.S.: Il commento eliminato sopra era il mio... dunque, ho potuto eliminarlo.

-farinomane- ha detto...

Se meritassi, in me stessa, la fama,
ogni altro applauso sarebbe
superfluo, come incenso
senza necessità.
Se non la meritassi, anche se fosse
altissimo per gli altri il nome mio,
sarebbe un pregio spregevole,
un futile diadema.

(1863, Emily Dickinson)

giugno ha detto...

Un giorno del 94, sulle scale del dipartimento di filosofia della statale trovai un libro di poesie che aveva in prima pagina una scritta a pennarello blu che iniziava così: "Questo libro è una supposta per culi freudiani" e terminava così: "Il libro è di chi lo trova senza averlo cercato", firmato Zigro Fix Petòl.
Tenni il libro, ovviamente, che trovai commovente nella sua giovanile ingenuità - io aveva già allora un certo numero di anni.
Secoli dopo, nell'era google, quando mi ricapitava in mano questo libro - durante i traslochi perlopiù - ci provavo ad identificarne l'autore, finchè non lo trovai citato in un'intervista a cura di tale Carlo Lock, che stampai e infilai nel libro.
Me ne ero completamente scordata, oggi ci ritorno e, in più, vedo il mio ragazzo e - ahimè - sento i suoi aforismi.
Vabbè, Zigro, cerca "L'aforista" di Bernhard sul mio sito: www.sottoilselciato.altervista.org