La morte è stata nella casa di fronte nella giornata d’oggi. Lo capisco dall'aria sbalordita che han sempre certe case. Andirivieni di vicini, riparte la carrozza del dottore, una finestra s’apre come un seme, improvvisa, meccanica, qualcuno mette fuori un materasso e accorrono i bambini, chiedendosi curiosi se è morto proprio lì; così facevo nella fanciullezza! Il prete entra solenne come se fosse il padrone di casa, e padrone della famiglia in lutto, e anche di tutti i ragazzini. Poi viene la modista, e vien quell’uomo dall’orrendo mestiere, a prender le misure della casa. Ed a momenti la nera parata di nappe e di carrozze sfilerà: facile come ad un segnale è l’intuizione dell’avvenimento in un paese di campagna. (1862)
Questa polvere quieta fu signori e fu dame e giovani e fanciulle, fu riso, arte e sospiro e bei vestiti e riccioli. E questo inerte luogo fu la dimora estiva dove api e fiori il loro ciclo orientale compirono, poi anch’essi ebbero fine. (1864)
Morirono a metà dell’estate un tempo pieno e perfetto: era l’estate chiusa su se stessa nel suo colmo splendore. Quando le ultime spighe maturavano per essere falciate, essi, attraverso la nebbia del sepolcro, approdarono nella perfezione. (1864)
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Tre poesie di Emily Dickinson:
La morte è stata nella casa di fronte
nella giornata d’oggi.
Lo capisco dall'aria sbalordita
che han sempre certe case.
Andirivieni di vicini,
riparte la carrozza del dottore,
una finestra s’apre come un seme,
improvvisa, meccanica,
qualcuno mette fuori un materasso
e accorrono i bambini,
chiedendosi curiosi se è morto proprio lì;
così facevo nella fanciullezza!
Il prete entra solenne
come se fosse il padrone di casa,
e padrone della famiglia in lutto,
e anche di tutti i ragazzini.
Poi viene la modista, e vien quell’uomo
dall’orrendo mestiere,
a prender le misure della casa.
Ed a momenti la nera parata
di nappe e di carrozze sfilerà:
facile come ad un segnale
è l’intuizione dell’avvenimento
in un paese di campagna.
(1862)
Questa polvere quieta fu signori e fu dame
e giovani e fanciulle,
fu riso, arte e sospiro
e bei vestiti e riccioli.
E questo inerte luogo fu la dimora estiva
dove api e fiori
il loro ciclo orientale compirono,
poi anch’essi ebbero fine.
(1864)
Morirono a metà dell’estate
un tempo pieno e perfetto:
era l’estate chiusa su se stessa
nel suo colmo splendore.
Quando le ultime spighe maturavano
per essere falciate,
essi, attraverso la nebbia del sepolcro,
approdarono nella perfezione.
(1864)
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