venerdì 19 aprile 2019

SU QUESTO BLOG E SUL BLOGGER

Vi spiego (umilmente) alcune cose su questo blog e sul blogger.
Questo blog non può fallire per il semplice motivo che non vuole
vincere e non ha alcun progetto da portare a termine. Questo blog
è semplicemente un contenitore della mia creatività che si declina
attraverso i miei film, le mie riflessioni, i miei scritti e le parole.
Chi frequenta questo blog può decidere di assumere la forma che
desidera, secondo le proprie inclinazioni. Volete essere anonimi
vili e volgari? Prego. Volete essere interlocutori gentili e profondi?
Prego. A ognuno la propria sensibilità e il modo di gestirla.
Quando si toccano argomenti politici ci si accende, è normale
che sia così. A volte si trascende, non è normale, ma accade.
In realtà questo è un blog eminentemente politico proprio quando
parla di poesia e si esprime poeticamente, perché il blogger
crede insieme a Holderlin che "l'uomo abita poeticamente il mondo"
e che è un Dio l'uomo che sogna, ma è un mendicante quando
riflette. Siamo spesso mendicanti, anche il sottoscritto. Forse
abbiamo perso la capacità di sognare e di sentire poeticamente il
mondo, personalmente non mi rassegno, ed è questo il mio tratto
"politico", ergo poetico. Tutta la mia opera, perché di opera si
tratta(lavoro, produzione, attività), è il segno di un uomo che
abita poeticamente il mondo, sia esteriore che interiore. Al blogger
non frega una mazza di non avere successo planetario, di non
essere famoso, riconosciuto per strada, automa di autografi.
Il blogger basta a se stesso, si nutre di se stesso, ma la sua natura
è comunicativa, relazionale, sociale, come ci insegna Aristotele.
L'uomo vive di relazioni. Nel mio percorso ho incontrato molte
persone con le quali ho raggiunto livelli comunicativi di alto
profilo, con le quali ho anche stretto delle amicizie durature e
sono sempre di più le persone che vogliono incontrarmi dal vivo,
conoscermi, stringermi la mano. Non c'è la folla, sia chiaro, ma
singoli che sono mossi dal desiderio di incontrarmi, e questo
per me è un successo, significa che hanno sentito una verità
in me e non ipocrisia. Tra l'altro anche il nostro Andrea missionario
ha voluto incontrarmi, e io non mi tiro mai indietro perché
sono un uomo aperto e curioso e sincero, mai ipocrita, chi
mi conosce lo sa, e mi apprezza per questo. Mai leccato il
culo a nessuno, mai sceso a compromessi con la mia arte, con
il mio tenermi a distanza dai giochi di potere, non è un merito,
nemmeno un vanto, è solo la mia natura e aggiungeteci anche
la mia pigrizia: leccare il culo sarebbe troppo faticoso per me.
Sono quello che sono. In questo mio sentiero ci sono state
anche belle soddisfazioni che non vi starò ad elencare perché
non mi interessa ora di pavoneggiarmi, a me interessa solo
una cosa: esprimermi in modo libero e lo sto facendo da una
vita, ormai ho raggiunto i 50 anni di vita. Continuerò così.
L'unica mia cosa ufficiale è il blog sul Fatto Quotidiano, un
piccolo spazio ottenuto perché un giornalista del Fatto che
mi stima un giorno mi ha proposto alla redazione, questo
giornalista si chiama Franz Baraggino e faceva parte di un
gruppo chiamato Qui Milano Libera con il quale ho avuto dei
contatti personali, erano un gruppo di ragazzi molto preparati
politicamente che andavano in giro a contestare i politici di
turno, sia di destra che di sinistra, ponendo domande fuori
copione, rompendo l'incanto dell'assenso servile di molti
giornalisti, ponendosi semplicemente come cittadini informati.
Tutto qui. I blogger del Fatto non sono pagati, quindi la mia
attività resta(ed è una condanna forse) incontaminata dal
vile denaro(che in realtà è un simbolo gioioso come ci
insegna Pound, se si mette al centro l'uomo e se non diventa
usura), il sottoscritto, purtroppo, non subisce l'usura del
denaro, vivo come un bambino ancora, sono in termini
etologici "prole inetta", inabile a procurarmi il cibo da solo.
Ecco, vedetemi come un inetto, non mi offendo.
Grazie ai miei genitori posso fare di questa mia inettitudine
una sorgente di poesia, di verità e di purezza.
Sì, mi sento un puro. Un peccatore puro e gioioso.
Sono stato chiaro? Oscuro? Decidete voi. Vi allego un
video di QML (Qui Milano Libera) per farvi capire
che tipo di attività svolgeva questo gruppo, ma il mio
essere è libero e indipendente, mi occupo di "politica"
in un altro senso, ma di certo non rinnego la mia simpatia
per questi ragazzi che ora sono cresciuti, mantenendosi
uomini liberi, anche se alcuni di loro, come Franz, hanno
trovato un posto di lavoro. Saluti.
Ah, il cittadino scomodo del video è Franz, l'uomo
colpevole della mia presenza sul Fatto.






107 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti ho fatto notare che le tue convinzioni su Pesce (e signora non lo so) secondo me erano sbagliate, quanto meno discutibili. DISCUTIBILI. Conosci il termine?

Le ho suffragate con dati storici e biografici certi, tratti dal libro di Pesce anche. dati che comunque potevano essere DISCUSSI, contestualizzati militarmente e nel periodo. Se ne poteva DISCUTERE e RAGIONARCI sopra.

Qual è stata la tua reazione, invece?

Vogliamo parlare di PRECONCETTI, di IDEOLOGIA e DOGMI POLITICI, vogliamo parlare di ODIO per COLORO CHE NON LA PENSANO COME TE? Vogliamo parlare di PRETESTUOSITA', di ATTEGGIAMENTO di SUPERIORITA' INTELLETTUALE PRESUNTA e a PRESCINDERE della SINISTRA ITALIANA e FRANCESE, e se se lo può veramente permettere, magari?

O vuoi che parliamo solo, a questo punto, di IPOCRISIA?

Tutto il resto sulla tua opera mi sta benissimo e a volte (non sempre) lo apprezzo molto.

Anonimo ha detto...

Quando scrivi di aperture ai migranti incondizionate, e accusi la gente di questo paese di essere mozzarelle inflaccidite, cosa vuoi rappresentare VERAMENTE?

Ti sei mai fermato a pensare il perché siamo diventati MOZZARELLE INFLACCIDITE e INACIDITE?
Ti dico una cosa: secondo me, nel definire gli italiani, c'hai preso in pieno.

Il punto, purtroppo, è che dimostri, coi tuoi scritti che trattano di politica, di non aver capito semplicemente il mondo che ti circonda e, secondo me, SECONDO ME, dal pulpito tuo rischi di far danni. Pochi o tanti non importa, così come irrilevante è il peso della mia MISSIONE.

Guarda, è sempre capitato nella storia del mondo, che se prendi due, quattro, sedici, e via, di queste mozzarelle, puoi essere chi vuoi ma sei finito, che tu sia uno che suona il bongo, o altro. Ti sfugge, e secondo me questo è un retaggio della tua cultura di sinistra da collettivo scolastico giovanile, da bolscevico un tot al chilo perché fa fico ed è sempre di moda comunque, sai benissimo cosa intendo, che una formica non è un cazzo, ma che un formicaio ti polverizza se lo fai incazzare. ma tu questo non lo sai, e se anche lo sai non ti puoi permettere di discuterne. Ti crolla il presupposto ideologico addosso, e questo è evidente.

Il fatto è che io questo lo so, lo so interpretare e, non avendo alcun preconcetto e presupposto politico o dogma, ti faccio un culo così se mi accorgo che passi in modalità "compagno a prescindere e hasta la victoria siempre".

La mia "missione" o come la vuoi chiamare tu, è di impedire di far passare il tuo messaggio politico, cioè che siccome uno è un tuo amico va bene tutto, ad minchiam. E non lo faccio solo con te, consolati.
Ti faccio una domanda: perché non hai intervistato Pesce su quello che fece dopo la guerra con gli iscritti non comunisti all'ANPI di Milano? sarebbe stato interessante vedere cosa ti avrebbe detto, e se poi restavate amici.

E' il concetto di NESSUNA VERITA' che ti sfugge, o che ti fa comodo che ti sfigga con chi ti va bene a te.

Anonimo ha detto...

Quando sono tornato dalla Somalia, anzi, un anno dopo da Israele dove mi hanno curato, ero a brandelli fuori e dentro. Dopo una lunga introspezione su ciò che era stata quell'esperienza e altre, e poi della mia vita da un certo punto in poi, ho capito che solo una cosa sarebbe contata veramente da quel momento in poi:

impedire, nei limiti delle mie possibilità, che altri non capissero con chiarezza ciò che stavano facendo mentre lo facevano. parlo ovviamente di persone che o si arruolavano o, anche se non soprattutto, avrebbero potuto decidere di schierarsi in situazione potenzialmente distruttive per se e per altri. Questo poteva essere in ambito militare o politico, e anche se si vuole sociale.

Una scelta di vita, credere in qualcosa o qualcuno, è una scelta che io non contesto a prescindere, non l'ho mai fatto, qualsiasi scelta sia e in qualsiasi campo si decida di schierarsi. Troppo difficile entrare nella testa delle persone, è inutile, e a volte anche rischioso. Ma una cosa la sapevo, l'avevo imparata a mie spese: capire bene, informarsi bene, studiare bene, e mai, mai, lasciarsi condizionare da ideologie e dogmi. Mai.
La manipolazione è lì dietro l'angolo che t'aspetta, e che tu sia ignorante o istruito, intelligente o stolto, il modo di fregarti alla fine si trova, sempre.

E così, dato che venivo chiamato a raccontare la mia esperienza, sono stato al gioco, ma poi, ho trovato il modo di far passare . soprattutto ai giovani, il concetto di guardare le cose bene e da più angolazione e non cadere nel tranello che "i reclutatori" sono bravi a tendere. Col tempo, ho capito che di "reclutatori" ce n'è ovunque, sono dappertutto intorno a noi, e ho capito che molti, moltissimi, non sanno neanche di esserlo.
Così ho studiato, e ho scoperto che sia a destra che a sinistra, il minimum comun denominatore era l'ignoranza, l'arroganza dogmatica, il fanatismo, l'ideologia preimpostata storico culturale.

E l'altro giorno l'ho riconosciuta.

Chiedo scusa se ho esagerato e offeso qualcuno, e non mi interesse riceve le scuse di chi ha offeso me, definendomi fascista, torturatore di somali... ecc. Non ha importanza.
Se anche un piccolo dubbio s'è inoltrato nei meandri del cervello di chi ha letto, piccolo piccolo, la mia "missione" sarà stata compiuta.

Anonimo ha detto...

è stato chiaro fin dall’inizio che l'attacco di Andrea è stato rivolto ad ideologie ed a simboli stereotipati ed esaltati. quei concetti nazional propagandistici che possono essere utilizzati da qualsiasi fazione politica o religiosa. ma quando si mostra la realtà che va a inficiare una verità creduta e voluta a tutti i costi, ci si scontra contro un muro di intolleranza e sordità mentale. ciò che per uno è santa e giusta verità, visto da un altro punto diventa verità non corretta o per lo meno non completa. Andrea sembra quasi soffrire per essere stato, a suo tempo, convinto di verità inculcategli di cui poi ha preso coscienza non essere verità

attimiespazi ha detto...

caro Ricky,
ciclicamente ti ritrovi a fare la presentazione del tuo blog e dei suoi contenuti, sempre in concomitanza di scontri accesi con commentatori o commentatrici che mettono sul piano della logica e della ragione (la propria) una tua poetica che non viene compresa.
seppur tu sia un sognatore (perché tale ti ritengo e non è la prima volta che te lo dico) non vedo perché tu non possa esprimere le tue visioni sulla politica, sulla società e sui tuoi ideali. se ci sono punti di vista diversi, se ci sono correttivi da fare, se ne parla insieme senza ricorrere ad offese e insulti.
nessuno nasce imparato, e chi ha più preparazione nella storia o in politica può aiutare un altro ad approfondire certi argomenti, evitando indottrinamenti, se possibile e rispettando le idee opposte.
e chi è un sognatore può aiutare a chi ha smesso di farlo di cercare quella parte perduta di sé, per alleggerire il carico della propria esistenza.
ma, se non c'è vero desiderio di incontro tutto ciò non si realizzerà e si costruiranno steccati sempre più alti nelle menti di ognuno.
noi tutti, chi piu, chi meno, siamo portatori di imperfezioni (non mi piace chiamarli difetti) e qualche virtù, nessuno mai sarà perfetto, e lungi che lo sia, sarebbe inumano. coltivare e incentivare le virtù potrebbe essere un gesto rivoluzionario per qualcuno?
rimarco il mio piccolo pensiero: non c'è una persona superiore ad un altra, ma esiste la varietà.
ecco, Ricky, mi sembra che si faccia fatica ad accettare la varietà, e i tempi che stiamo vivendo non aiutano in questo che potrebbe essere un punto di partenza per approcciarsi agli altri in termini positivi.
in ogni dove vedo gente che urla, che vuole imporre il proprio pensiero e che non si accorge che sta perdendo il senso dell'umano (se mai ne sia rimasta traccia).
e ciò mi intristisce.

ti abbraccio..

.attimi

attimiespazi ha detto...

forse,
ci vorrebbe il mare.
condivido con te questa canzone, Ricky, augurandoti giorni sereni con chi ami.

https://youtu.be/3oIc0_NovTM

.attimi

Anonimo ha detto...

14:32

Mi resi conto subito che c'erano un sacco di cose che non quadravano.

Mio padre e altri il dubbio sulla REALTA' PERCEPITA me l'avevano già messo in testa. Nel '51 a mio padre fu dato del "titino" perché reputava la scelta della Jugoslavia di staccarsi dall'influenza diretta sovietica corretta e intelligente. Aveva 18 anni. Di li a poco fu arruolato e spedito in Germania per addestrarsi alla probabile guerra proprio con gli jugoslavi.

Questo destino di combattere guerre con chi non vogliamo sembra perseguitare la mia famiglia. Eppure, non riusciamo a sottrarci quando ci chiamano.

Il mio più importante compito, oggi, è impedire che mio figlio faccia la stessa fine di mio padre e mia. Ed è dura.
Una persona come Riccardo Farina, e sottolineo COME, sarà pronta a dirti: ma fallo vivere la vita! fallo danzare, fallo scopare, fagli fare le stesse cose che ho fatto io... le storie tipo anni 80 delle canne, dei concerti, dei trip e delle discussioni in assemblea... come se io non li avessi vissuti.
Ti fa cadere dall'alto della sua presuntissima esperienza di vita questi consigli che, se ben li guardi, sono di una stupidità, di una presunzione e arroganza tremenda.

Un uomo ha fatto la sua vita. Giusta o sbagliata è la sua vita. Ha un ragazzo che gli cresce vicino, e l'unica cosa che può fare è ascoltarlo e raccontargli i suoi sbagli.

E poi vede intorno a se, e intorno al ragazzo, le stesse circostanze e situazioni che ha vissuto lui. Le riconosce, le sente nella bocca e nella testa delle stesse persone che ha conosciuto quando lui era un ragazzo, così come suo padre prima di lui.
E ne ha paura.

Non per se stesso, ormai sa di essere finito: ma per lui, per loro. Vede gli stessi ipocriti, gli stessi ignoranti, gli stessi presuntuosi arroganti... Sia di sinistra che di destra, e li teme entrambi.

Sa, per esperienza, che è più facile ascoltare quelli di sinistra, perché ovviamente sa che la sinistra, almeno concettualmente, si basa su principi corretti: il socialismo in primis.
Ma, avendo vissuto su di se gli effetti degli anni del terrorismo rosso, che poi vide manipolato dai padroni di sempre, senza che gli stessi "compagni" se ne accorgessero, e allora più di tutto, da padre, mette in guardia il figlio, i figli. Consce. lui, quanto sia facile ascoltare e convincersi che la Verità, stia da una parte piuttosto che un'altra.

Pesce, Valerio Borghese, Pertini, Bisagno, Artom, Delle Chiaie, Fioravanti, Moretti, Curcio, la Faranda e la Mambro... Tutti attori della stessa commedia. Alcuni più furbi e fortunati, altri meno.
Questo, nessun altro, il mio messaggio ai ragazzi e a chi ha la pazienza di ascoltare o leggermi.

E che una persona come il sig. Riccardo Farina, e suo fratello, ancora oggi citino uno degli attori di quella che è stata solo una commedia, e oggi lo sappiamo se lo vogliamo sapere, a me ferisce e preoccupa. Loro dovrebbero aiutare la Verità, non nasconderla dietro a un paravento di amicizia e ideologia morta.

rickyfarina ha detto...

Pesce ha operato all'interno di una guerra chiamata mondiale, mondiale e ripeto: mondiale.
Il mondo in guerra. Ci si schiera: o con i nazi o contro i nazi. Un punto fermo lo vogliamo
trovare? Siamo tutti contro i nazi, lo voglio sperare, bene. Se siamo contro i nazi, inziamo
a portare rispetto ai Pesce che hanno rischiato la vita in questa guerra, e non chiamiamoli
killer, il killer è un professionista prezzolato, tipo I tre giorni del condor che Andrea ama
quanto me, un film capolavoro. E non era manco antipatico quel killer interpretato
magistralmente da Max Von Sydow, un professionista impeccabile, ma senza una guerra
mondiale, altro contesto, altri parametri, quindi nel chiamare Pesce un killer c'era un
intento denigratorio che deve essere subito rispedito al mittente, senza mezzi termini.
Senza la parola Killer si poteva discutere di ideologie e di quello che è accaduto dopo.
Con quella parola hai mandato tutto a puttane, e non è il modo migliore per riflettere.
O no? Per quanto riguarda l'intervista a Pesce, non ne ho avuto il tempo, forse lo
avrei fatto, forse no. Certo la curiosità c'era ed era forte e penso che non saremmo
stati per niente d'accordo sulla linea del partito.

Anonimo ha detto...

Killer, o se vuoi assassino in italiano, o uccisore.

E' un uomo che per ideale o soldi o altro ne uccide un altro o altri. Tecnicamente, ogni soldato o guerrigliero o combattente, quello che ti pare, è un killer.

Pesce era un killer, Pertini era un killer, Mattei era un killer. Vallanzasca era un killer, Reina... La storia è piena di killer, da sempre e ovunque. Chiunque uccida è un killer.

Gandhi non era un killer, Cristo non lo era, Gramsci non lo era, Moro non lo era... Anche se si potrebbe discutere sul fatto che i loro pensieri hanno fatto uccidere e ucciso indirettamente milioni di persone.

Tutti siamo dei killer, io, tu, chiunque... concettualmente lo siamo anche solo facendo il pieno alla nostra auto. E dobbiamo esserne consci.

Tu, per le tue convinzioni politiche e per suffragare i tuoi scritti e quelli di tuo fratello, hai deciso che Pesce è diverso. Ti dico una cosa: il primo a definirsi killer, se avessi letto il suo libro, è proprio Pesce, lo accetta, lo riconosce, sa che era necessario.

Sono quelli come, te, dopo, quelli che non capiscono, che non sanno capire, e che decidono, secondo loro, ciò che è giusto o sbagliato. Siete voi, l'humus dei killer.

La guerra è guerra, che sia mondiale o locale o rionale, ammazza chi la subisce e basta. Siete sempre voi, quelli pronti a etichettare tutto con bello e brutto, giusto o sbagliato, la guerra e chi la fa.
Temo, perché non sapete cosa sia.

Sono sicurissimo, che io con Pesce mi sarei capito e lo avrei capito MOLTO più di te e tuo fratello. Ma gli avrei anche detto che, finita la guerra, avrebbe dovuto dedicarsi ad altro. Tanto, per la propaganda, c'eri tu giusto?

Anonimo ha detto...

Killer:
Sicario dietro compenso o su commissione politica o ideologica.
Anche come agg. ( invar. ), provocatore di morte, assassino, distruttore
In biologia: linfociti killer (o cellule killer ), capaci di riconoscere e distruggere per citolisi qualunque cellula estranea all'organismo o patologica.
Simbolo di durezza, scorrettezza, aggressività, precisione.

Dimmi, Farina: Pesce, in base a queste definizioni e per quello che ha fatto per sua ammissione, giusto o sbagliato, torto o ragione, si può definire un killer?

Non è, Farina, che sei tu, che non sai e non puoi permetterti di attribuire il giusto e onesto valore alle parole? E questo per supportare ideologicamente le tue esperienze e la tua percezione della realtà?

Anonimo ha detto...

Ma non è che Farina è solo un ignorante?

Anonimo ha detto...

Farina di Pesce non è male. Come battuta.

rickyfarina ha detto...

Chi uccide un nazista è un santo, altro che killer.
Sì anonimo, sono ignorante, come tutti del resto.
Tu sai tutto? Tutti ignorano qualcosa, chi più e
chi meno. Propaganda la faccio alla poesia con
tutti i miei videoritratti. Chi uccide un nazista è
un poeta. Chi uccide un nazista è un amico.
Chi uccide un nazista è il killer dei campi di sterminio.
Chi uccide un nazista è il killer delle SS.
Chi uccide un nazista è un uomo, nel senso
più vero e umano dela parola.
Chi uccide un nazista è il killer dell'orrore.
Delle atrocità. Il killer delle camere a gas.
Ok, hai ragione, era un killer.

Anonimo ha detto...

C'era un poeta, un ex soldato, una casalinga, una contadina e qualche anonimo burlone...... . E se c'è chi non ride dico che le barzellette non si spiegano, rileggano.
Buona Pasqua

Anonimo ha detto...

Se questo è un blogger.

Anonimo ha detto...

la visione poetica ed idealizzata di folli periodi sanguinosi e dei suoi interpreti, non potrà mai andare d’accordo con chi l’ha vista e vissuta realmente. la visione poetica esaltante di eroi, verità, libertà e giustizia (specialmente a posteriori) sarà la brace sotto i carboni per futuri focolai.

altrimentipresente ha detto...

La società spesso perdona il criminale;
non perdona mai il sognatore.

Oscar


Anonimo ha detto...

Se è ebreo o lo erano suoi parenti sarà ancora incazzato coi fascinazisti. Però, coi comunisti sovietici come la mettiamo? E coi palestinesi?
Mi associo e plaudo al commento di 18:42

Anonimo ha detto...

Cristo si è fermato a Empoli.

Anonimo ha detto...

Anch'io sono con 18:42. Ma nel '46 Pesce attaccò duramente e estromise proprio per primi i partigiani della Brigata Ebraica di Milano... Brachetto, quello in carrozzella che non fu fatto sfilare il 25 aprile di qualche anno fa dai centri sociali che gli davono del sionista ammazza palestinesi. Braci braci e ancora braci.

Anonimo ha detto...

MA BASTA! CHE STRACCIACOGLIONI STO ANONIMO CON I SUOI MONOLOGHI MONOTEMATICI. SI SCRIVE E SI RISPONDE DA SOLO. È DA TSO!

Anonimo ha detto...

20:36

https://youtu.be/jARHTKw19XQ

culi e cazzi?

Anonimo ha detto...

Farina testa di cocomero morto... son tre giorni che Andrea ti sta dicendo che Pesce ha ucciso pure chi non era un nazi, è documentato che la maggiorparte dei partigiani allineati a Stalin uccidono innocenti ( partigiani stessi) giocando sporco. Ma che te lo diciamo a fare... sei solo un arrogante idiota, un intellettuale per casalinghe a cuoricino micio micio bau bau, coglione!!

Anonimo ha detto...

ad ogni conflitto vincitori e vinti piangono i loro morti e creano i loro eroi. poi la storia esalterà e decanterà proprio gli eroi dimenticando la massa morta. la brace del conflitto vivrà di eroismo senza pensare al contorno di morte, chi si esalterà per tutto ciò non penserà a tentare conciliazioni ma imbraccerà l’arma prima per aggredire o difendersi, poi per imporre il potere e la propria verità, magari sperando di restare nella storia. ed io non sono il soldato Andrea, ma comprendo che da diretto protagonista di situazioni di conflitto lui sia ormai rabbiosamente consapevole che parlare di eroismo collegandolo a tali fatti sanguinosi sia come dire la più grande bestemmia. e per ultimo è verità che più facilmente la società perdona i criminali, tant’ è che è sempre il fautore del fatto di sangue che resta ricordato e pure esaltato nella storia. È anche vero però che chi vede con occhi disincantati non riesce a perdonare al sognatore proprio il suo decantare ideali e simboli connessi a fatti sangue. lo sguardo disincantato sui temi di guerra, non vede vincitori e vinti ma tutti perdenti, non vede eroi ma solo persone che in quei frangenti per ovvi e vari motivi ha ucciso, non vede libertà e giustizia ma solo uso di forza. e quando da una parte si rende onore e gloria ad un protagonista di quei tempi folli, è pacifico che chi ha conosciuto od avuto rapporti diretti diversi con tale protagonista porti la sua esperienza. due punti di vista della stessa persona discordanti ma che in effetti danno una visuale più ampia nel bene e nel male.

attimiespazi ha detto...

08:24
ho capito che non sei Andrea. mi ricordi qualcuna.
il sognatore è inteso come colui che sogna un mondo fatto d'amore e accoglienza.
perché, pur con i suoi difetti, l'essenza di Ricky è questo,
è Amore e accoglienza,
e in tanti,
sovrastrutturati come sono,
non l'hanno ancora capito.
non hanno capito il suo messaggio che esprime con la sua impronta poetica.
e ciò è davvero molto triste ai miei occhi.
i miei eroi sono i poeti come RF, che tentano di capovolgere un mondo incancrenito dal cinismo e dalla superficialità emotiva.
sono cosciente di scrivere parole buttate al vento e non mi dilungo oltre.

P.S. potete anche firmarvi quando esponete i vostri ragionamenti. non avrete paura delle "critiche" di Andrea? suvvia! ahahahah


attimiespazi ha detto...

vista sotto questa chiave di lettura, hai compreso l'aforisma di Wilde?

per quanto riguarda la parte in cui sostieni che il criminale spesso viene assunto ad eroe, mi trovi d'accordo. per criminale io intendo chi uccide persone che non possono difendersi o chi le tortura.
delle vittime si parla sempre in modo marginale, troppo marginale..

.a

attimiespazi ha detto...

per quanto riguarda Pesce,
col senno di poi si possono fare tutti i distinguo che si vogliono, ma all'epoca c'era bisogno di uomini disposti a tutto per liberare l'Italia dall'aggressore. così era stato deciso e così è stato.
e non mi va di condannarlo.
così come non mi va di condannare Andrea che ha scelto di fare il soldato asservendosi a una bandiera, per soldi.
se Andrea ha contribuito ad evitare stragi o ingiustizie ulteriori con le sue missioni, chi è stato liberato da ciò gliene sarà grato e non gli importerà a quali strategie politiche era legata la sua partecipazione.
bene,
guardiamo l'accaduto da parte delle vittime, allora.
pensiamo ai rastrellamenti, alla miseria, ai campi di concentramento, a come era ridotta l'Italia a quei tempi e poi venitemi a dire che Pesce non debba essere visto come un eroe.
se avessimo vissuto a quei tempi, io penso che non saremmo andati tanto per il sottile e non ci saremmo fatti tutte queste menate post-storia..

Anonimo ha detto...

1) secondo me Attimi è una persona putroppo molto ignorante, che non capisce che si può star zitti a volte e semplicemente ascoltare o osservare, o chiedere quel che non si sa o non si è capito. Accetto e faccio mio il prezioso suggerimento che mi è stato dato "quando la incontri una pesona così, gira i tacci e vattene". E' l'unica cosa da fare.

2) la Resistenza è un fenomeno storico che, ormai, richiede un'analisi politica profonda e storicamente assai più complessa di quella propagandistica fatta fin qui, che ha usato anche personaggi di scarsa cultura relativa come il/i Farina, ma dotati di una specie dio claque e un po' di audince, che per ideologia loro (ideologia dal punto di vista della violenza su innocenti quasi altrettanto cernsurabile) decidono chi e cosa è stato cosa, e chi e cosa è chi non è dìaccordo col modo modus vivendi e i loro dogmi.
Mi spiace tanto per loro, ma adesso basta: è ora dirsi in faccia la verità e scoperchgiare questo vaso di ipocrisia, dopo 75 e passa anni.

3) le esperienze che un soldato impegnato in contesti operativi, oggi più di ieri, impongono una riflessione etica accuratissima. Il quadro delle operazioni è ampissimo e essenzialmente strategico (paradossalmente come quello di Pesca). Un terrorista o un attivista, lo si chiami come si vuole, compie gesti sempre strategici, cioè uccide per causare un effetto strategico, così come uno sniper o un team di incursori compie un attacco mirato volto all'eliminazione di un pericolo potenziale o anche solo presunto tale. Un soldato in una tricea o una banda partigiana che spara a una pattuglia in ricognizione fa un gesto tattico, spero di aver reso l'idea. Ma il punto è che la banda partigiana deve sapere che la sua azione tattica potrebbe avere conseguenze stategiche, che di solito si chiamano RAPPRESAGLIA.
Ora, ci sta, fa parte della guerra far subire rappresaglie ai civili. A patto che, i civili siano d'accordo con le azioni dei partigiani, e offarno loro supporto. Questo supporto è POLITICO. Un esempio è l'uccisione a Praga di Heidrick che costà tremende rappresaglie, accettate dalla popolazione, ed era l'inizio o quasi della 2a guerra mondiale. Un altro esempio è VIA RASELLA: l'attentato costò 335 vittime civili, e chi lo ha fatto contava esattamente su questo, pensando a un'insurrezione popolare poi. GRAVISSIMO ERRORE, e la storia lo certifica.
Insomma, appare chiaro che se in altri contesti, soprattutto all'estero, la Resistenza aveva un ampio cnsenso politico da subito, in Italia questo successe rarissimamente ed causa in modo evidente di malcontenti e vendette non solo post fasciste, da parte di ampissimin strati della popolazione. La prova è il consenso che la destra e il centro destra hanno sempre avuto ed è il montante sentineto di destra che vediamo ancora oggi. E qquesto io lo addebito alle BALLE che moltissimi ex partigiani raccontarono dopo, pur di avere un incarico pubblico, ai comunisti, che c'hanno campato fino all'altro ieri, su sta balla, e al fatto che in questo paese non si è voluto capire che a) la guerra l'avevamo voluta e l'avevamo persa b) il prezzo da pagare era la sudditanza agli USA, che ci hanno usato come un campo di battaglia per i loro comodi c) i comunisti italiani sono stati fino al 1989 dele marionette i cui fili venivano tirati sia da Mosca che da Washintong a seconda della bisogna. Questo, un soldato con un minimo di QI e istruzione lo capisci un mese dopo che inizia l'addestramento.

3) pensare che uno come Farina, e altri milioni di italioti come lui, questo lo comprendano e vogliano iniziare a parlarne e ragionarci sopra senza prececoncetti e dogmi...

attimiespazi ha detto...

ripeto quello già scritto:
col senno di poi si possono fare tutti i distinguo che si vogliono, ma all'epoca c'era bisogno di uomini disposti a tutto per liberare l'Italia dall'aggressore. così era stato deciso e così è stato.

americani da sud, resistenza sulla linea gotica da nord, inglesi, irlandesi, americani in Francia, russi da est per prendere Berlino e liberare l'Europa intera dalla follia nazista. sì, strategie. nella resistenza francese pensi che non ci siamo state vittime per rappresaglie?
è la guerra, la sporca guerra.
in quei momenti, senza prevedere il futuro, da che parte stare?

sì, la guerra l'avevamo voluta e l'avevamo persa, e i nostri ex alleati tedeschi erano incaxxati a bestia con noi e il nostro voltafaccia.
se non ricordo male, deposto Mussolini, il Badoglio, annuncia l'armistizio e insieme al re scappa al sud già liberato lasciando l'Italia nel più totale caos! vogliamo parlarne? qualcuno avrebbe preso a mano la situazione, o no?..



Anonimo ha detto...

Gli schifosi massoni Badoglio e Vittorio Emanuele. Sì, parliamone

Anonimo ha detto...

Signora attimiespazi, ci faccia capire : 'bisogno di uomini disposti a tutto per liberare l'Italia dall'aggressore. così era stato deciso e così è stato' - 'ex alleati tedeschi erano incaxxati a bestia con noi e il nostro voltafaccia.'
I tedeschi erano aggressori o ex alleati incazzati per il nostro voltafaccia? Entrambe le cose, va bene. Voltafaccia significa (Treccani): 'Cambiamento improvviso di idee, di opinioni, di atteggiamento e di comportamento, dovuto a un ripensamento o dettato da ragioni di tornaconto personale, spec. dopo avere assunto impegni precisi e fatto promesse.'
Vuole forse dire che i tedeschi erano nel giusto?
L'attentato di via Rasella fu una follia vigliacca contro soldati regolari e gli attentatori rimasero nell'ombra, attaccati alla loro vita (altro che eroi disposti a tutto) a danno di quella di 335 civili uccisi per rappresaglia.
Non so se il soldato Andrea abbia scelto di fare il soldato 'asservendosi a una bandiera, per soldi', come lei ha scritto. Non so cosa significhi fare il soldato per scelta, ma certamente so che il 'soldato' (nel significato generico di militare) Salvo D'Acquisto ebbe, per di più da incolpevole, un comportamento assai diverso da quello degli uomini disposti a tutto di via Rasella.
Buona Pasqua

Anonimo ha detto...

Sì, gli americani e gli inglesi hanno preso in mano la situazione.

Se ancora non ve ne siete resi conto è perché non avete ne occhi, ne orecchie, ne cervello per capire la realtà. Che ancora oggi ci governa.

Gli USA delegarono il controllo del territorio, dell'amministrazione pubblica, delle banche, a un consorzio formato da Vaticano, militari, finanzieri e industriali, mafia e camorra al sud. Unico scopo: tenere fuori i comunisti dal governo centrale, e ci riuscirono benissimo. La mafia siciliana divenne poco dopo la raffinatrice dell'eroina USA. L'Italia era ed è ancora di fatto una colonia. Chiedere a Gheddaffi, se si ha qualche dubbio.

Al nord si verificarono localmente delle amministrazioni comuniste/socialiste. Il risultato fu la disintegrazione dell'unità sindacale e in prospettiva, la strategia della tensione.

L'Italia era un paese chiave per la NATO, e niente avrebbe dovuto disturbare i piani degli USA, che usarono il comunismo italiano come pretesto per installare sul nostro territorio basi nucleari navali, missilistiche e aeree, oltre ad asset strategici come il 173 rgt paracadutisti, una forza speciale in appoggio di GLADIO. Non avevamo scampo e mai ci sarebbe stato concesso di emaciparci.

Mattei prima e Moro poi, pagarono il prezzo della loro ingenuità. Che Moro sia stato ammazzato dalle BR è il segno della manipolazione USA di ogni ambito politico italiano sia di destra che di sinistra.

Non pretendo che una persona come Farina, o come Attimi, o come altre, tante, troppe in questo disgraziato paese comprendano e capiscono quanto profonda sia la loro ignoranza, la loro ingenua arroganza e supponenza, la loro perseverante stupidità. Ormai non c'è più speranza per loro. Ma altri si stanno svegliando e sembrano voler guardare meglio la storia italiana, e lo fanno con ragionevole umiltà e voglia di comprendere senza pregiudizi e dogmi.

Speriamo che, magari un giorno, si possa anche noi diventare un paese civile e normale, consapevole delle sue responsabilità storiche.

Anonimo ha detto...

Quello che dispiace è che ci sia gente a dar retta, ancora, a personaggi dalla dimostrata incapacità intellettuale e politica come i Farina, e i loro pochi seguaci (e meno male).

Se in questo paese è bastato per anni e anni mettersi in testa un panama e atteggiarsi a compagno per tirar su l'attenzione di un sacco (ora meno) di gente, per poi nei fatti scoprire che questi tizi non avevano semplicemente idea di che cosa andavano parlando, nel migliore dei casi, oppure erano collusi con il sistema che trovava il modo di mantenerli e di farli studiare in qualche università compiacente, o peggio facevano parte consapevoli e inconsapevoli di quella rete di fiancheggiamento di estremisti, che si sono rivelati poi per burattini e killer, esattamente come molti partigiani, sì Farina proprio così, che ci ha dato anni di morte, stragi, che poi è finita per favorire l'ascesa di Capitani di Ventura, Uomini Oscuri, che stavano incistati da ogni parte e in ogni luogo in Italia, e che ancora oggi ci governano, significa che il lavoro di manipolazione mentale e politica è stato eccellente.

A chi legge le mie parole io dico di CONTROLLARE, VERIFICARE, ANALIZZARE i SEMPLICI FATTI, la STORIA. E dico di iniziare a far capire a questi personaggi da operetta grandi e piccoli che la pacchia è finita. Adesso si cambia.

A te Farina, e tuo fratello, ci ho pensato io. Magari a qualcun altro ci pensa chi ha letto i commenti di questi 3 giorni.

In un modo o nell'altro: MISSIONE COMPIUTA, cari fratelli.

attimiespazi ha detto...

voltafaccia inteso come cambiamento di fronte. l'Italia aveva stretto il patto d'acciaio. nel '43 il Partito Fascista - con le forze americane alle porte - depone Mussolini e dichiara l'armistizio lasciando l'Italia nel caos più totale, con i tedeschi in casa.
quali conseguenze ha portato questa mossa?
l'attentato di Via Rasella?
mi rimando a WP e leggo tutto quanto.

https://it.wikipedia.org/wiki/Attentato_di_via_Rasella


Anonimo ha detto...

No, la caduta di Mussolini non ha portato a Via Rasella 25 luglio '43... è successa quasi un anno dopo, 23 marzo '44.

Gli americani stavano arrivando, 4/5 giugno '44.

Quindi, a chi servivano tutti quei morti?

Ai comunisti che si volevano impadronire della città facendola insorgere, prima dell'arrivo degli americani. Così come accadde anche altrove, con risultati devastanti.

Fa comodo ai Farina e a quelli come te, profondamente ignoranti della storia, delle date, pensare che l'attentato, gli attentati in generale dei partigiani, erano atti di guerra da fare comunque, così giustificate questa immane idiozia tragica.

Capisco che per dogma vi abbiamo indottrinato a pensare che l'Italia l'abbiano liberata i partigiani. Questo spiega poi i 76 anni di coglionaggine successiva.

Anonimo ha detto...

Caduta Mussolini: 25 luglio 43

Via Rasella: 24 marzo 44

Arrivo truppe USa a Roma: 4/5 giugno 44.

Basterebbero queste date a far vergognare chiunque ancora creda al mito dei partigiani tutti eroi della libertà di tutti.

Ma si sa... non si insegnano cose nuove ai cani vecchi.

attimiespazi ha detto...

«Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.
La richiesta è stata accolta.
Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo.
Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza.»
Badoglio 8 settembre 1943

L'attentato di via Rasella fu un'azione della Resistenza romana condotta il 23 marzo 1944 dai Gruppi di Azione Patriottica (GAP).

In seguito all'annuncio dell'armistizio italiano dell'8 settembre 1943 e alla fuga del re e del governo Badoglio, Roma (che era stata dichiarata "città aperta" dal governo italiano il 14 agosto)[12] fu rapidamente occupata dai tedeschi. Gli accordi per la resa, stipulati il 10 settembre fra le autorità militari tedesche e quelle italiane, prevedevano che le truppe tedesche dovessero «sostare al margine della città di Roma», occupando solamente l'ambasciata tedesca, l'EIAR e la centrale telefonica tedesca[13]. I tedeschi violarono fin dall'inizio tali accordi, occupando di fatto la capitale con le loro truppe[14][15], sebbene ridotte al minimo[16]. Un avviso firmato dal feldmaresciallo Albert Kesselring, massima autorità militare tedesca in Italia, comparso sui muri della città l'11 settembre, dichiara Roma «territorio di guerra», disponendo, fra l'altro, che «tutti i delitti commessi contro le Forze Armate Tedesche saranno giudicati secondo il diritto Tedesco di guerra» e che gli «organizzatori di scioperi, i sabotatori ed i franchi tiratori saranno giudicati e fucilati per giudizio sommario»[17].

Sul finire di settembre Roma entrò a far parte, senza il ruolo di capitale, della Repubblica Sociale Italiana (RSI). Il tenente colonnello delle SS Herbert Kappler, locale comandante della Sipo e dell'SD, arrestò numerosi sospetti antifascisti, organizzò in via Tasso un centro di detenzione e tortura, creò nella città un clima di terrore. La polizia effettuava frequenti rastrellamenti di ebrei (tra cui quello del ghetto del 16 ottobre) e di persone da destinare al lavoro forzato[18]. La città divenne per i tedeschi una retrovia militare ove transitavano truppe e mezzi diretti al fronte, anche se Kesselring fece in modo che i trasporti più consistenti la aggirassero da sud[16]; i carabinieri venivano disarmati e arrestati; si dava la caccia ai renitenti alla leva per l'esercito della RSI[19]. I rifornimenti alimentari erano precari e in costante peggioramento; la maggioranza della popolazione romana soffriva la fame; la borsa nera consentiva a molti di sopravvivere, fomentando però la corruzione e inasprendo il divario fra le classi sociali[20]

ecc. eccc.

continuo a leggere su WP..

attimiespazi ha detto...

Lo sbarco di Anzio (22 gennaio 1944) cambiò il quadro strategico e impose all'alto comando tedesco nuove decisioni organizzative e operative; lo stesso giorno, l'intera provincia di Roma fu dichiarata "zona di operazioni" della 14ª Armata tedesca, ma le truppe presenti in città erano – secondo quanto riferito da Giorgio Amendola alla direzione milanese del partito – «numericamente ridottissime»[37]. Il feldmaresciallo Albert Kesselring affidò personalmente a Kappler la piena responsabilità dell'ordine pubblico di Roma[38]. Le iniziative di lotta armata si intensificarono, allorché comunisti e azionisti, nell'illusione di un imminente arrivo degli Alleati (e incoraggiati da un appello radio del comando alleato che incitava i partigiani a «combattere in tutti i modi possibili»[39]), tentarono di sollevare la popolazione romana.
L'insuccesso del tentativo insurrezionale fu seguito da un'efficace azione repressiva dei nazifascisti, i quali catturarono importanti esponenti del PdA (fra cui il capo dell'organizzazione militare del partito, Pilo Albertelli), parecchi militanti di Bandiera Rossa, il colonnello Montezemolo assieme ai suoi più stretti collaboratori, nonché vari fra i più attivi militanti del PCI fra i quali Giorgio Labò e Gianfranco Mattei[41].

Il 31 gennaio fu annunciata, in rappresaglia per l'uccisione di un soldato tedesco e il ferimento di un secondo, la fucilazione di dieci prigionieri avvenuta a Forte Bravetta[N 4][42]. Appresa la notizia da Radio Roma, il giornalista Carlo Trabucco commentò nel suo diario: «Oramai sappiamo che gli ostaggi sono chiamati a pagare con la vita gli attacchi che i patrioti muovono ai tedeschi»[43][N 5]. Sempre in rappresaglia per attacchi partigiani nel centro di Roma, il 2 febbraio a Forte Bravetta seguì un'altra esecuzione di undici prigionieri[44].

Tra la fine di gennaio e i primi di febbraio del 1944 la repressione tedesca riuscì a ostacolare fortemente la resistenza partigiana: il Partito d'Azione e il gruppo di Bandiera Rossa dovettero ridurre al minimo le loro attività, mentre i GAP del centro di Roma vennero temporaneamente sciolti e i loro componenti si trasferirono nelle borgate, tornando attivi alla metà di febbraio[45]. Intensificando le azioni armate nel corso di febbraio, i comunisti tentarono più volte di radicalizzare il risentimento popolare contro i nazifascisti: il 3 marzo, dopo che le SS ebbero trucidato Teresa Gullace (una donna facente parte del gruppo di mogli che manifestavano davanti a una caserma in cui erano rinchiusi i loro mariti rastrellati), i GAP assaltarono i militi uccidendone alcuni, e permisero così la fuga di una parte dei prigionieri[41]. Il 5 marzo un gappista uccise un soldato tedesco in piazza dei Mirti a Centocelle: due giorni dopo a Forte Bravetta furono fucilati per rappresaglia dieci prigionieri, tra cui i tre gappisti Giorgio Labò, Guido Rattoppatore e Vincenzo Gentile[46][47]; i tedeschi annunciarono l'avvenuta rappresaglia tramite un comunicato.

Anonimo ha detto...

Peter Tomkins ufficiale dell'OSS a Roma, disse che lui aveva saputo che Giorgio Amendola (andatevi a vedere cosa fece poi questo signore, questo padre della Patria... che mai ammise di essere stato lui a ordinare l'attentato, chissà come mai) e lo scongiurò di non farlo perché a) non serviva, gli americani stavano arrivando e i tedeschi stavano ritirandosi sulla Line Gotica b) la popolazione di roma non sarebbe mai insorta c) la rappresaglia sarebbe stata tremenda.

Giorgio Amendola se ne fregò. E sappiamo tutti come andò a finire.

Tomkins si dimise dall'OSS alla fine della guerra, e non smise mai di accusare Amendola per l'attentato e i morti causati inutilmente. Sappiamo oggi inutili anche ai fini politici e propagandistici dei comunisti.

Il 22 giugno del 1946. Togliatti, ripeto TOGLIATTI, proclamò l'amnistia per i fascisti che comprendeva i reati comuni e politici, compresi quelli di collaborazionismo con il nemico, e reati annessi ivi compreso il concorso in omicidio, pene allora punibili fino ad un massimo di cinque anni, i reati commessi al Sud dopo l'8 settembre 1943 ed i reati commessi al Centro e al Nord dopo l'inizio dell'occupazione militare Alleata ed aveva efficacia per i reati commessi a tutto il giorno 18 giugno 1946.

Molti storici sostengono che l'abbia fatto proprio per evitare i processi che avrebbero riguardato specularmente moltissimi partigiani, in special modo quelli della Brigata Garibaldi del sig. Pesce, e anche quelli del sig. Pertini.

Altri pensano che lui già avesse in animo di creare le condizioni necessarie per portare l'Italia alla guerra civile come avvenne in Grecia, e gli serviva un NEMICO pronto all'uso. Togliatti era un killer freddo e determinato, un politico cinico ed addestrato da Stalin, anche se penso non abbia mai fisicamente ucciso nessuno, e non era affatto uno stupido, tutt'altro. E si era circondato di killer ed esecutori fidati e spietati come lui.

Purtroppo per noi, gente comune, gli USA capirono il suo gioco e imbastirono la rete di controllo politico, economico, militare, criminale, religioso che ancora oggi determina la nostra vita, anche se dal 1989 le redini si sono allentate un po'. E questo ci ha dato la merda di 76 anni di corruzione e mafia infilata ovunque.

"Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria".

La guerra che avevamo criminalmente dichiarato era stata persa. Credere che i partigiani ci avessero riscattato da questa vergogna è stato un tragico errore, una cosa ipocrita e di cui alcuni furbi si sono approfittati. Questa è la dura e cruda verità. La cosa comica è che ci sia gente che ancora crede a questa favoletta idiota. E che ti dia del fascista se provi a parlarne.

Tutto da ridere se non fosse costata migliaia di morti.

Anonimo ha detto...

Attimi, copia e incolla tutto quello che vuoi... ma ti devi solo vergognare, se hai un minimo di decenza. Te e il poeta tuo e fratello.

Anonimo ha detto...

Tutti, da italiani, ci dovremmo vergognare.

Anonimo ha detto...

Io invece sto aspettando la conclusione di attimiespazi. Vediamo se ci arriva.

Anonimo ha detto...

Kappler e Priebke ordinarono su diretta indicazione di Hitler l'eccidio di 335 persone innocenti. I responsabili partigiani non si presentarono adducendo scuse assurde, per degli essere umani e per delle persone degne di questo nome.

Kappler fu fatto fuggire dal Celio nel 1975, Priebke visse tranquillo in Argentina la maggior parte della sua lunga vita. Nessun poliziotto o agente dei servizi italiani lo cercò mai, e così moltissimi criminali di guerra tedeschi, tra i quali quelli di San'Anna di Stazzema.

I responsabili italiani dell'attentato di via Rasella e di altre scellerate azioni partigiane inutili che portarono a tremende rappresaglie sui civili inermi non furono mai indicati come corresponsabili di fatto delle stragi. Anzi, sono acclamati ancora oggi come eroi e padri della Patria.

Dopo di che, tutto si spiega.

attimiespazi ha detto...

sono arrivata alla conclusione che

se mia nonna avesse avuto le ruote
sarebbe stata una carriola..

:-)

Anonimo ha detto...

Attini, te lo ripeto: ti devi solo vergognare. E forse pure tua nonna.

Anonimo ha detto...

Complimenti, anche in fatto di humour la sai lunga. Soprattutto, però, così credi di toglierti dall'impaccio. Degna groupie di tanto artista.

riccardofarina69 ha detto...

Studiano la storia perché non riescono a farla, per loro c'è al massimo la cronaca rosa delle proprie emorroidi.

attimiespazi ha detto...

no, niente impaccio,
battuta segnatamente spiritosa.
anzi, ti ringrazio per aver destato in me interesse per l'attentato di Rosella che, a parer mio, si poteva anche evitare. ma, penso che tra i partigiani c'era un sacco di gente, quelli onesti che credevano in quello che facevano e quelli più esaltati a cui piaceva sparare.
poi, a quei tempi, dove l'aria che si respirava era la guerra, figuriamoci gli animi come potevano essere incazzusi tutti quanti!
senza dimenticarmi che erano anche altri tempi con altre culture.
mi interessava analizzare la successione degli eventi, attenzionandomi sulle date e sulle reazioni e conseguenti controreazioni.

si dice che in amore e in guerra tutto è permesso..

arrivedoooorci..

.attimi

Anonimo ha detto...

Da par suo, preciso arriva chi trova la quadra, chiude il cerchio, mostra quel che lo riguarda. Complimenti.

Anonimo ha detto...

Da par suo, preciso arriva chi trova la quadra, chiude il cerchio, mostra quel che lo riguarda. Complimenti.

Anonimo ha detto...

E perciò tu non la conosci, né la studi, perché la fai. Incredibile.

attimiespazi ha detto...

comunque, nessuno ha approfondito la fuga di Badoglio e del re nanetto.
loro sì che si devono vergognare!!!!

Anonimo ha detto...

Qui francamente hai scritto in preda all'alcol. Da "Rosella" agli "incazzusi", per arrivare al meraviglioso "attenzionandomi sulle date e sulle reazioni e conseguenti controreazioni" senza però averci capito un tubo. Per fortuna concludi con i baci perugina "si dice che in amore e in guerra tutto è permesso.."
e Stanlio & Ollio "arrivedoooorci..".
Sei inarrivabile, proprio all'altezza dell'artista.

Anonimo ha detto...

Dai copia incolla da Wikipedia, chiude alle 21.

attimiespazi ha detto...

Per alcuni giorni Lucia Ottobrini "Maria" (ventenne impiegata), Mario Fiorentini "Giovanni" (venticinquenne studente di matematica), Rosario Bentivegna "Paolo" (ventiduenne studente di medicina) e Carla Capponi "Elena" (venticinquenne impiegata di un laboratorio chimico) studiarono il percorso dai militari tedeschi. In seguito ai diversi appostamenti, si appurò che la compagnia del "Bozen" percorreva quotidianamente lo stesso tratto di strada alla stessa ora (verso le due del pomeriggio); in un primo tempo i quattro militanti proposero a Carlo Salinari "Spartaco", responsabile del GAP centrale, di lanciare alcune granate nel momento in cui i militari nemici avessero girato da via Rasella in via Quattro Fontane, ma il dirigente partigiano ritenne questo piano troppo limitato e decise invece di studiare un attacco più ambizioso con la partecipazione di molti elementi dei GAP romani[62][63].

Esaminato il percorso della colonna del "Bozen", si valutò che il punto più favorevole in cui attaccare era via Rasella, una strada piuttosto stretta in salita, attraversata dal solo incrocio con via del Boccaccio. La salita avrebbe ritardato la marcia della colonna, mentre l'angustia della strada avrebbe accresciuto i danni che le avrebbe inferto la bomba, oltre a ridurne la mobilità nel controattacco. L'ordigno sarebbe stato collocato al civico 156 di via Rasella (circa a un terzo dalla sommità della strada), di fronte a Palazzo Tittoni, in quanto l'edificio era allora semiabbandonato e la via appariva molto poco frequentata, soprattutto nel primo pomeriggio, quando anche i pochi negozi presenti nei dintorni rimanevano chiusi. La relativa esiguità di passanti avrebbe dovuto ridurre la possibilità di destare sospetti e il rischio di vittime civili[Nel frattempo, dopo il discorso di papa Pio XII del 12 marzo contro la guerra aerea e l'invito rivolto a entrambe le parti belligeranti a non rendere Roma un campo di battaglia, a partire dal 19 marzo iniziarono a diffondersi voci sulla fuoriuscita dei tedeschi dalla città. Il 22 marzo Bruno Spampanato, direttore de Il Messaggero, annunciò che prossimamente il comando tedesco avrebbe ritirato le sue truppe da Roma e anche evitato il loro passaggio nella parte esterna della città, in modo da non dare agli Alleati motivi per bombardare. La notizia suscitò grandi speranze tra gli abitanti[65], che già il giorno seguente ebbero modo di notare un'effettiva diminuzione delle forze occupanti[66].

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attimiespazi ha detto...

Secondo il diario di Calamandrei, proprio mentre si diffondeva la voce che i tedeschi fossero in procinto di lasciare la città, i gappisti notarono che le marce della colonna del "Bozen" attraverso il centro si diradavano: non passò il 18 e 19 marzo, tornò ad attraversare via Rasella il 20, cosicché si scelse di colpirla l'indomani, ma il 21 l'esplosivo non era pronto. Il 22 la colonna mancò nuovamente, per cui si temette che i tedeschi ne avrebbero modificato l'itinerario nell'ambito dell'annunciata evacuazione di Roma per rispettarne la qualità di città aperta[67].



Annunci delle celebrazioni per l'anniversario dei Fasci sul Messaggero del 22 e del 23 marzo: prevista inizialmente al Teatro Adriano, la manifestazione fu spostata presso la federazione fascista in via Veneto. Annullato quindi l'attacco contro i fascisti, i GAP poterono dedicarsi completamente all'attentato contro il "Bozen".
La sera del 22 marzo, Raoul Falcioni portò nella cantina di via Marco Aurelio 47, nei pressi del Colosseo – utilizzata dai GAP come rifugio, deposito e laboratorio per la preparazione degli esplosivi – un carrettino per le immondizie, che aveva trafugato da un deposito della Nettezza urbana, e una divisa da spazzino (procacciata da Guglielmo Blasi). Duilio Grigioni, Giulio Cortini, Laura Garroni, Carla Capponi e lo stesso Bentivegna prepararono la bomba, costituita da «dodici chili di tritolo pressati in un contenitore metallico, di ghisa, con accanto altri sei chili di esplosivo e pezzi sfusi di ferro che sarebbero divenuti micidiali schegge; il tutto piazzato nel carrettino della spazzatura. Il contenitore di ghisa venne fabbricato dai membri della Sap Romana Gas di via Ostiense». Scrivono Rosario Bentivegna e Cesare De Simone che furono «alti ufficiali» del Fronte militare clandestino di Montezemolo a fornire ai gappisti, consegnandoli a Carla Capponi, sia il tritolo, sia le bombe da mortaio Brixia che, opportunamente modificate, dovevano essere usate nell'azione come bombe a mano[68]. Secondo Mario Avagliano, biografo di Montezemolo, gli esponenti del Fronte erano comunque «all'oscuro dell'azione in preparazione»[69][N 10].

La mattina del 23 marzo la colonna del "Bozen" fu avvistata mentre compiva il tragitto di andata del consueto percorso; la notizia fu accolta con gioia da Salinari e i gappisti si prepararono a colpire i soldati al loro ritorno nel pomeriggio secondo il piano. L'azione contro i fascisti fu invece annullata, dopo che a mezzogiorno si seppe dai giornali che la riunione all'Adriano non ci sarebbe stata e che tutte le celebrazioni si sarebbero svolte presso la federazione fascista in via Veneto[70]. Prevedendo un attentato analogo a quello di via Tomacelli, i tedeschi avevano infatti vietato altri cortei fascisti e il console Eitel Friedrich Moellhausen, durante una riunione da lui convocata presso l'ambasciata a Villa Wolkonsky, aveva convinto le autorità che la parata del 23 marzo rappresentava una «provocazione inutile

attimiespazi ha detto...

I gappisti dovettero attendere circa due ore in più rispetto alla consueta ora di transito della compagnia nella via; il giovedì 23 marzo 1944 i soldati del "Bozen" erano partiti in ritardo dopo l'esercitazione di tiro effettuata al poligono di Tor di Quinto e solo alle ore 15.45 la colonna sbucò da Largo Tritone e girò verso via Rasella.


Soldato del "Bozen" in via Rasella immediatamente dopo l'attentato. Sono riconoscibili cartucciera e fucile (Carcano Mod. 91) di fabbricazione italiana[76].

L'edificio all'angolo di via del Boccaccio crivellato di colpi in una foto del 2005[74]. Molti buchi sulle facciate di altri palazzi della zona sono stati rimossi nel 2004 durante dei restauri[75].
Calamandrei si tolse il copricapo (segnale per avvisare Bentivegna che i tedeschi si stavano avvicinando e che quindi doveva accendere la miccia ed allontanarsi velocemente). Alle 15:52 Bentivegna accese con il fornello di una pipa la miccia di cinquanta centimetri, preparata per innescare l'esplosione dopo circa cinquanta secondi, tempo necessario ai tedeschi per percorrere il tratto di strada compreso tra il punto a valle usato per la segnalazione e il carretto.

Nel frattempo, con l'avvicinarsi dell'apertura dei negozi, la strada aveva iniziato a popolarsi di passanti, tra cui – come scrisse Pasquale Balsamo nel 1954 – «una frotta di bambini [che] si era accodata alla colonna nazista per giocare ai soldati. Fu un attimo terribile per tutti. Era troppo tardi per procrastinare di un solo secondo l'azione; il segnale, ormai, era stato dato»[77]. Questi bambini furono fatti allontanare dai gappisti, per evitare che fossero coinvolti nell'esplosione. Bentivegna ha dichiarato di aver fatto inoltre allontanare alcuni operai[78].

Secondo un sopravvissuto del "Bozen", l'effetto dell'esplosione fu accresciuto dalle susseguenti indotte esplosioni di alcune delle granate che i soldati avevano tutti alla cintola[79]. La potenza dell'onda d'urto fu tale da scardinare le porte e le finestre del collegio scozzese nei pressi di via Rasella, i cui vetri furono ridotti in frantumi[80] così come quelli dei piani superiori della Manica Lunga del Palazzo del Quirinale[81]; «devastare» varie case (tra cui quella dell'attore Marcello Giorda)[82]; danneggiare gli interni di Palazzo Tittoni[83]; sollevare e scagliare un autobus contro i cancelli di Palazzo Barberini[84].
In totale, prepararono o parteciparono all'azione diciassette partigiani; oltre ai nove citati anche Giulio Cortini, Laura Garroni, Duilio Grigioni, Marisa Musu, Ernesto Borghesi, Pasquale Balsamo, Mario Fiorentini (il quale fu escluso da Salinari dal gruppo degli esecutori, poiché rischiava di essere riconosciuto da un parente residente in zona[72]) e Lucia Ottobrini (quest'ultima partecipò solo alla preparazione del carico di tritolo ma non all'esecuzione, perché malata[73]).
Subito dopo l'esplosione alcuni gappisti lanciarono quattro bombe a mano (delle quali una rimase inesplosa)[85]. Dopo il lancio delle bombe a mano, i gappisti Raoul Falcioni, Silvio Serra, Francesco Curreli e Pasquale Balsamo impegnarono i tedeschi in uno scontro a fuoco, mentre Capponi e Bentivegna si misero in salvo. Nessuno dei gappisti partecipanti all'azione fu ferito o fatto prigioniero dai tedeschi e si ritrovarono tutti – «festanti» – in piazza Vittorio[86], dove li attendeva Carlo Salinari[87]. I soldati superstiti, credendo che le bombe fossero state lanciate dall'alto, risposero sparando a lungo (anche dopo che i partigiani si erano già dileguati) contro i piani elevati degli edifici circostanti[88], soprattutto verso le finestre sovrastanti i negozietti all'angolo di via del Boccaccio.

attimiespazi ha detto...

L'immediata risposta tedesca

Secondo le memorie di Dollmann e Moellhausen e le deposizioni di Kappler al proprio processo, alla vista della scena il generale Mälzer (secondo Moellhausen in stato di ubriachezza) fu preda di un violento scoppio d'ira dicendosi deciso a far saltare in aria tutti gli edifici dell'isolato tra via Rasella e via delle Quattro Fontane. Sull'opportunità di tale proposito si scontrò prima con Dollmann e poi, con maggior violenza, con Moellhausen, intimando ai due diplomatici di non intromettersi e attribuendo la responsabilità dell'accaduto alla linea politica del corpo diplomatico. Alla vista di camion del genio militare da cui si iniziavano a scaricare cassette di esplosivo, Moellhausen cercò ancora di distogliere Mälzer dalle sue intenzioni avvertendolo della possibile presenza di donne e bambini nelle case, ma il generale si disse irremovibile. Entrambi minacciarono di fare rapporto al feldmaresciallo Kesselring. Solo l'arrivo di Kappler, il quale propose di assumersi la gestione della questione, servì a calmare Mälzer e indurlo a rientrare al suo quartier generale[106][111].

Riavutisi dallo smarrimento seguito alle esplosioni, i superstiti del "Bozen", coadiuvati da altre forze tedesche e fasciste affluite sul posto (tra cui uomini del Battaglione "Barbarigo" della Xª Flottiglia MAS), iniziarono a rastrellare la popolazione della zona circostante, arrestando abitanti e passanti; i rastrellati furono allineati sotto la minaccia delle armi contro la cancellata di accesso a Palazzo Barberini e quindi condotti in parte presso l'intendenza della PAI, in parte presso il palazzo del Viminale[112]. In particolare, nelle cantine del Viminale furono ammassate circa trecento persone e trattenute per accertamenti sino alla mattina successiva; dieci di questo gruppo furono poi uccisi alle Fosse Ardeatine: Ferruccio Caputo, Cosimo D'Amico, Celestino Frasca, Romolo Gigliozzi, Fulvio Mastrangeli, Angelo e Umberto Pignotti, Antonio Prosperi, Ettore Ronconi e Guido Volponi[113]. I componenti di questo gruppo provenivano almeno in parte dall'immobile all'angolo di via del Boccaccio[107].

Dopo che l'SD di Kappler ebbe assunto il comando delle operazioni, il maggiore Borante Domizlaff e il capitano Hans Clemens organizzarono la perquisizione delle case di via Rasella partendo dai tetti, ma rinvennero solo una bandiera rossa, che Clemens considerò una prova di reato[114].

Risulta da vari documenti che durante i rastrellamenti e le perquisizioni alcune abitazioni furono saccheggiate[115][116]. Secondo Giorgio Bocca degli uomini del battaglione "Barbarigo" furono sorpresi dai tedeschi a rubare nelle case e arrestati[117].

Fra il pomeriggio del 23 e la mattina del 24 varie bande fasciste arrestarono nei quartieri del ghetto numerosi ebrei, che furono incarcerati a Regina Coeli per poi essere uccisi (assieme ad altri ebrei che erano già prigionieri al momento dell'attentato) alle Fosse Ardeatine[118]. Secondo Anna Foa, il fatto che molti di costoro siano stati arrestati per strada o nelle proprie case conferma che la rappresaglia non fu preceduta da nessun avviso, e indica forse che la notizia dell'attentato «non fu subito diffusa in tutta la città, perché altrimenti avrebbe certo messo in allarme gli ebrei nella loro semiclandestinità»

attimiespazi ha detto...

L'eccidio delle Fosse Ardeatine

La ricostruzione del processo decisionale che condusse all'eccidio presenta rilevanti margini d'incertezza, in quanto si basa principalmente sulle deposizioni difensive rese dagli uomini dell'esercito tedesco nei processi che ebbero luogo nel dopoguerra[124]. Secondo tali fonti, il colonnello Dietrich Beelitz (capo ufficio operazioni dello stato maggiore del feldmaresciallo Kesselring) avrebbe dapprima ricevuto, dal comando supremo in Germania, l'ordine proveniente dallo stesso Adolf Hitler di evacuare l'intero quartiere ove si trova via Rasella, farlo saltare in aria e fucilare cinquanta civili per ogni soldato tedesco morto nell'attentato; tuttavia tale disposizione di Hitler non sarebbe stata presa in seria considerazione dallo stesso Beelitz, in quanto da lui valutata come «uno sfogo d'ira del momento»; successivamente altri ordini di Hitler, pervenuti la sera del 23 marzo, avrebbero imposto di fucilare dieci italiani per ogni tedesco morto, e di eseguire tale rappresaglia entro ventiquattr'ore. Di tali presunti ordini di Hitler non esistono peraltro né tracce scritte, né testimonianze dirette[125].

Nella tarda serata del 23, mentre già era in corso di compilazione la lista degli ostaggi da fucilare, Kappler diede ordine di cercare gli attentatori, ma senza curarsi dell'esecuzione di tale direttiva e senza attivare la polizia italiana; secondo la sentenza di primo grado del processo a suo carico (1948), «La ricerca degli attentatori non costituì l'attività prima del comando di polizia tedesca, ma fu effettuata in maniera blanda come azione marginale e successiva alla preparazione degli atti di rappresaglia»[18]. Né la radio tedesca né quella repubblichina diedero notizia dell'attentato (fu anzi diramata una velina con l'ordine di non parlarne)[126].

Nell'eccidio delle Fosse Ardeatine, compiuto il 24 marzo, furono uccisi quasi tutti i detenuti nelle carceri di via Tasso e Regina Coeli, tra cui il colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo e Pilo Albertelli, comandanti rispettivamente della resistenza militare e delle Brigate Giustizia e Libertà del Partito d'Azione. Soltanto il giorno dopo, a mezzogiorno del 25 marzo, i tedeschi diedero (assieme alla notizia di avere già eseguito la rappresaglia) notizia ufficiale dell'attentato, mediante la pubblicazione sui giornali del seguente comunicato, che era stato emanato dal comando tedesco di Roma alle 22:55 del 24 marzo:

«Nel pomeriggio del 23 marzo 1944, elementi criminali hanno eseguito un attentato con lancio di bomba contro una colonna tedesca di Polizia in transito per via Rasella. In seguito a questa imboscata, 32 uomini della Polizia tedesca sono stati uccisi e parecchi feriti. La vile imboscata fu eseguita da comunisti badogliani. Sono ancora in atto indagini per chiarire fino a che punto questo criminoso fatto è da attribuirsi ad incitamento anglo-americano.

Il Comando tedesco è deciso a stroncare l'attività di questi banditi scellerati. Nessuno dovrà sabotare impunemente la cooperazione italo-tedesca nuovamente affermata. Il Comando tedesco, perciò, ha ordinato che per ogni tedesco ammazzato dieci criminali comunisti-badogliani saranno fucilati. Quest'ordine è già stato eseguito[127].»

Le vittime della strage furono in realtà 335: alla cifra di 320 stabilita dagli ordini superiori Kappler aggiunse di sua iniziativa altre quindici persone (dieci per il trentatreesimo soldato morto e cinque per errore), la cui uccisione non fu resa nota, cosicché tutti i comunicati e gli articoli pubblicati in quei giorni annunciarono l'uccisione di 320 prigionieri.

attimiespazi ha detto...

Effetti sulla guerra antipartigiana

Dollmann riporta nelle sue memorie che insieme alla rappresaglia delle Fosse Ardeatine fu concepita un'ulteriore misura punitiva: il comandante supremo delle SS Heinrich Himmler ordinò al suo luogotenente in Italia, generale Karl Wolff, di organizzare «l'esodo forzoso dalla capitale della popolazione maschile dei quartieri più pericolosi, famiglie comprese, rastrellando le persone fra i diciotto e i quarantacinque anni»[140]. Per eseguire l'operazione, Wolff giunse a Roma la sera del 24 marzo (poche settimane prima aveva represso con delle deportazioni lo sciopero generale nel Nord Italia)[141]. La mancata realizzazione del piano è attribuita al rifiuto di Kesselring di distogliere dal fronte di Anzio le ingenti forze necessarie per l'operazione, la quale venne dunque rimandata fino a «cadere nel dimenticatoio»[N 12]. Secondo uno studio condotto dal ricercatore Pierluigi Amen, il rastrellamento del Quadraro del 17 aprile, deciso in seguito a un attentato partigiano del 10 aprile, costituì un'embrionale realizzazione dei ben più estesi piani concepiti dopo via Rasella menzionati da Dollmann[142][143]. Lo stesso giorno del rastrellamento i tedeschi emisero un comunicato intimidatorio in cui si lamentava la recente uccisione alla periferia di Roma di «parecchi soldati germanici», si deplorava la «poca comprensione» che «alcuni ambienti» avrebbero dimostrato verso la «dura risposta germanica» all'attentato di via Rasella (ossia verso l'eccidio delle Fosse Ardeatine), e si avvertiva la popolazione romana che essa avrebbe potuto evitare tali misure «partecipando attivamente alla lotta contro la delinquenza politica e informando il Comando superiore germanico»[144].

L'azione partigiana indusse inoltre i tedeschi a intensificare le misure per la sicurezza delle truppe. Lo stesso 23 marzo, alle truppe dipendenti dal comandante supremo del sud-ovest fu ordinato: «In futuro nelle località maggiori si dovrà marciare soltanto in ordine sparso, con adeguata protezione alla testa, alle spalle e ai fianchi. Durante la marcia le armi devono essere costantemente pronte a sparare. Bisogna rispondere immediatamente qualora dalle case venga fatto fuoco o si verifichino analoghi fatti ostili». In aggiunta, il 7 aprile Kesselring dispose: «Contro le bande si agirà con azioni pianificate. Bisogna inoltre garantire la continua sicurezza della truppa contro attentati e attacchi. [...] In caso di attacco, aprire immediatamente il fuoco senza curarsi di eventuali passanti. Il primo comandamento è l'azione vigorosa, decisa e rapida. Chiamerò a rendere conto i comandanti deboli e indecisi, perché mettono in pericolo la sicurezza delle truppe loro affidate e il prestigio della Wehrmacht tedesca. Data la situazione attuale, un intervento troppo deciso non sarà mai causa di punizione»[145].

L'impatto dell'attentato sull'evoluzione della guerra antipartigiana è stato molto discusso: Lutz Klinkhammer ritiene che segnò una «cesura mentale per i comandi tedeschi in Italia», mentre Carlo Gentile, non riscontrando cambiamenti significativi nell'evoluzione della "guerra ai civili", la quale già dall'autunno 1943 aveva conosciuto episodi di estrema violenza al sud, scrive che risulta «difficile ritenere che le sue immediate conseguenze fossero davvero determinanti» e che le fonti non permettono di «affermare sulla base di prove concrete che la politica di repressione abbia subito trasformazioni decisive o si sia inasprita, almeno in un primo tempo», dato che proseguì nelle forme che aveva già assunto. Secondo Gentile, le offensive antipartigiane nelle retrovie della 14ª Armata iniziate alla fine di marzo non furono provocate dall'impressione dell'attentato, ma dalla momentanea sospensione dei combattimenti sul fronte di Cassino che, avvenuta proprio il 23 marzo in conseguenza del fallimento della prima offensiva alleata[146], rese possibile ai tedeschi la destinazione di forze alla lotta antipartigiana[147].

attimiespazi ha detto...

Il problema delle rappresaglie

I tedeschi, conformemente alla loro concezione di "guerra totale", consideravano potenziali ostaggi da destinare alle rappresaglie non solo i prigionieri partigiani, ma anche i loro familiari e l'intera popolazione civile[159]. Stante la pratica invalsa dall'esercito tedesco di attuare rappresaglie indiscriminate[160], varie furono le posizioni assunte dai diversi gruppi di resistenti, posti di fronte alla prospettiva di provocare ritorsioni sui compagni di lotta prigionieri o sui civili: in particolare, tra i partiti moderati del CLN e le formazioni militari, volendo evitare le rappresaglie, era diffuso un atteggiamento più prudente verso la lotta armata; atteggiamento criticato come "attendismo" o "attesismo" da quelle forze, soprattutto il PCI, che al contrario sostenevano la necessità di attaccare ugualmente gli occupanti[161].

Secondo Claudio Pavone, gli «atteggiamenti assunti dai resistenti di fronte alle rappresaglie nazifasciste si collocano lungo una linea che a un estremo ha la controrappresaglia partigiana, attraversa le posizioni di coloro che pur tenendo conto delle possibilità di rappresaglie non intendono comunque farsi dissuadere dalla lotta, e riscontra all'altro estremo una forte incentivazione all'attesismo in nome del risparmio di vite umane». Pavone ritiene che, fra i resistenti, «il punto focale del dissenso», al riguardo, stesse nell'accettare o meno che la rappresaglia funzionasse come «strumento di garanzia» a favore del nemico, in quanto piegarsi «di fronte alle rappresaglie poteva essere considerato – questo era il punto – un implicito riconoscimento del diritto del nemico a esercitarle»[162]. Di contro, Pavone cita alcuni documenti partigiani da cui si evince la preoccupazione (talora espressa in polemica con le formazioni comuniste) di non esporre la popolazione civile alle rappresaglie nemiche[158].

Una differenza fra i comunisti e gli altri partiti del CLN (specialmente la Democrazia cristiana e il Partito liberale) consisteva nel fatto che questi ultimi erano decisamente contrari allo «scatenamento del terrorismo urbano», e ciò sia per riserve di carattere morale, sia per il timore delle rappresaglie tedesche. Secondo Santo Peli, l'azione di tipo terroristico condotta dai GAP, se «evidenzia la diversità comunista nel panorama dell'antifascismo italiano» (orgogliosamente rivendicata dai comunisti stessi), giunge d'altra parte «a mettere a dura prova la scelta e la necessità di condurre la lotta in modo unitario» con le altre componenti del CLN

attimiespazi ha detto...

La situazione a Roma

A Roma l'"attesismo" trovava maggior vigore che nel Nord Italia, circostanza che Giorgio Amendola il 13 dicembre 1943 attribuì a una serie di condizioni particolari, tra cui la presenza del Vaticano, rilevando come «Tutte le manovre sulla "città aperta", sulla "internazionalizzazione" ecc. hanno avuto una notevole influenza attesista sullo spirito della popolazione»[164]. Nel dopoguerra anche lo storico iscritto al PCI Roberto Battaglia attribuì un ruolo frenante al Vaticano, definendolo «il più potente degli alleati o dei promotori dell'attesismo»[165].

Il PCI romano espresse la propria posizione in merito al problema delle rappresaglie in un articolo pubblicato il 26 ottobre 1943 sull'edizione romana (clandestina) de l'Unità, intitolato Agire subito, che polemizzava contro le posizioni di tipo attendista, affermando la necessità di combattere subito e con tutti i mezzi possibili contro i nazifascisti, nonostante la minaccia di gravi rappresaglie da parte del nemico:

«Affiorano qua e là tendenze a non lottare subito contro i tedeschi e contro i fascisti, e specialmente contro i tedeschi, perché si dice:

a) alle nostre azioni d'importanza scarsa e limitata, i tedeschi reagiranno col terrore, per un loro morto ce ne saranno venti nostri, per un magazzino distrutto, bruceranno un intero villaggio;
b) perché ben poco di utile potremmo noi fare ora; bisogna attendere che gli anglo-americani siano vicini, allora ci sarà possibile intervenire nella lotta utilmente;
c) poiché la nostra organizzazione politica e militare è debole, se agiamo subito, prima di esserci consolidati, la reazione che provocheremo ci stroncherà e liquiderà la nostra organizzazione.

Orbene, tutti questi ragionamenti sono completamente errati dal punto vista politico, organizzativo e militare.»

L'articolo proseguiva elencando cinque ordini di motivi in base ai quali il Partito comunista riteneva «necessario agire subito e ampiamente contro i tedeschi e contro i fascisti, contro le cose e contro le persone»; ossia:

«Per poter abbreviare la durata della guerra e liberare al più presto il popolo italiano dall'oppressione tedesca e fascista»;
«per risparmiare decine di migliaia di vite umane e la distruzione di tutte le nostre città e villaggi. È vero che la lotta contro i tedeschi ed i fascisti costerà sacrifici, vittime e sangue. Ma questa lotta è necessaria per abbreviare l'occupazione tedesca dell'Italia»;
«perché solo nella misura in cui il popolo italiano concorrerà attivamente alla cacciata dei tedeschi dall'Italia, alla sconfitta del nazismo e del fascismo, potrà veramente conquistarsi l'indipendenza e la libertà. Noi non possiamo e non dobbiamo attenderci passivamente la libertà dagli anglo-americani»;
«per impedire che la reazione tedesca e fascista possa liberamente dispiegarsi indisturbata. Se noi non passiamo subito all'attacco, i tedeschi il terrore lo faranno ugualmente. Essi lo stanno già facendo»;
«perché la nostra organizzazione si consolida e si sviluppa nell'azione».
L'articolo si concludeva riaffermando la necessità di
«reagire energicamente contro coloro che ci accusano di voler scatenare il terrore tedesco in Italia e che sostengono che per non scatenarlo è necessario non far nulla. Costoro sono dei reazionari, sono dei fascisti, sono dei filonazisti.

Costoro, coscientemente o no, collaborano coi tedeschi. No, non siamo noi a scatenare il terrore tedesco; ma il terrore tedesco lo hanno scatenato coloro che hanno voluto la guerra, coloro che hanno voluto e favorito l'occupazione dell'Italia da parte dei tedeschi. [...] Noi invece, agendo subito [...], vogliamo affrettare la cacciata dei banditi tedeschi dall'Italia, vogliamo al più presto liberare il nostro paese dal flagello del nazismo e del fascismo[166].»

attimiespazi ha detto...

Dichiarazioni successive

Gli esponenti del PCI romano hanno spiegato più volte negli anni la loro posizione circa il problema delle rappresaglie in deposizioni processuali, discorsi, memorie e interviste: pur coscienti del rischio di dure rappresaglie, non solo contro partigiani prigionieri ma anche contro civili estranei alla lotta, dopo alcune esitazioni iniziali scelsero di non piegarsi al "ricatto" del nemico, di non rinunciare a colpirlo e anzi di rispondere ai massacri «colpo su colpo» con altri attacchi. D'altro canto, hanno affermato di non aver previsto che i tedeschi avrebbero reagito all'attentato di via Rasella con una rappresaglia dalle caratteristiche – modalità, entità e tempistica – dell'eccidio delle Fosse Ardeatine.

attimiespazi ha detto...

Valutazioni storiografiche

n storiografia, circa il rapporto che lega via Rasella e le Fosse Ardeatine, esistono molteplici interpretazioni e giudizi.

Riprendendo le dichiarazioni dei membri del PCI romano, alcuni autori hanno sostenuto che la rappresaglia – nella sua stessa eventualità o comunque nelle sue modalità e dimensioni – fosse un esito non previsto dagli attentatori. Tale posizione è argomentata sostenendo che il modo di agire dei GAP non avrebbe contemplato – legittimamente[196] o colpevolmente[197] – un'attenta valutazione delle possibili conseguenze degli attacchi; oppure che la rappresaglia sarebbe stata oggettivamente imprevedibile. L'imprevedibilità sarebbe provata sia dall'asserita mancanza di significative reazioni agli attacchi partigiani già condotti in precedenza nella stessa Roma (a cui assimilano l'azione del 23 marzo tendendo a ridimensionare le specifiche particolarità di quest'ultima)[198][199][200], sia dal non rinvenimento di leggi di guerra od ordinanze tedesche che, nel caso di attentati subiti per mano di forze irregolari, prevedessero rappresaglie rigorosamente nella forma dell'esecuzione di un preciso numero di ostaggi per ogni militare ucciso[201].

Al contrario, altri autori hanno individuato proprio nella volontà di scatenare una prevedibile reazione tedesca, violenta al punto da indurre la popolazione a schierarsi attivamente contro gli occupanti, uno dei motivi che spinsero i partigiani comunisti a effettuare, nel pieno centro di Roma, un attacco che giudicano di portata senza precedenti[202]. Formulata inizialmente per affermare la "moralità rivoluzionaria" della strategia dei GAP[203], la tesi della rappresaglia cercata è stata in seguito proposta soprattutto dai loro critici, i quali ne hanno rilevato l'attitudine ad anteporre il raggiungimento dei propri obiettivi alla sorte della popolazione e dei prigionieri[204][205]. La prevedibilità di una dura rappresaglia sarebbe derivata da una generale notorietà della condotta degli eserciti di occupazione, compreso quello italiano, i quali in circostanze analoghe avevano già fatto abbondantemente ricorso a tale pratica su tutti i fronti del conflitto[206]. Alcuni di questi autori ritengono che, anche in assenza di precise disposizioni e di proclami, fossero inoltre prevedibili sia la specifica forma assunta dalla rappresaglia (esecuzione di prigionieri), sia la sua eccezionale portata (da rapportare a quella dell'attentato). Sarebbe infatti bastato, secondo tali storici, osservare la condotta tenuta dai tedeschi nella stessa Roma nelle settimane e nei mesi precedenti, allorché, in seguito ad alcuni attentati ai danni di uno o più dei loro soldati, avevano reagito fucilando a Forte Bravetta gruppi di una decina di prigionieri, in genere prelevati da via Tasso[

Anonimo ha detto...

Brilla finalmente il Blog di verità storica e un Uomo (Andrea). Grazie mille Andrea.

attimiespazi ha detto...

Il presunto ruolo degli anglo-americani

Nel comunicato del 25 marzo successivo all'eccidio, i tedeschi annunciarono di star conducendo «indagini per chiarire fino a che punto» l'azione gappista fosse «da attribuirsi ad incitamento anglo-americano».

Secondo alcune fonti, in seguito allo sbarco di Anzio i partigiani romani iniziarono a ricevere dagli Alleati direttive sempre più pressanti di intensificare le azioni di lotta, di non concedere tregua ai tedeschi e di preparare l'insurrezione[249]. L'incontro tra Giorgio Amendola e Peter Tompkins, agente dell'OSS a Roma, si risolse tuttavia in un completo fallimento[N 18].

Nel 1964 Amendola scrisse che, in seguito all'insuccesso dello sbarco, data la pericolosità della situazione sul fronte di Anzio, gli agenti dei servizi segreti anglo-americani avrebbero chiesto ai partigiani romani di «intensificare le azioni offensive, per impedire che i tedeschi utilizzassero tranquillamente Roma come piazza di raccolta e di smistamento delle riserve e dei rifornimenti per i fronti di Cassino e di Anzio»[56]. In un'intervista del 1997, anche Paolo Emilio Taviani, allora partigiano in Liguria, sostenne la tesi secondo cui l'escalation di azioni gappiste, iniziata alla metà di febbraio e culminata con l'attacco di via Rasella, sarebbe stata una risposta alle sollecitazioni alleate[250][251].

Peter Tompkins nel 1962 affermò invece che gli agenti alleati in città erano venuti a conoscenza dell'attentato soltanto dopo la sua esecuzione e – impegnati a progettare la liberazione di Maurizio Giglio (loro importante informatore, poi ucciso alle Fosse Ardeatine) – accolsero la notizia con sfavore: «La prima cosa che pensammo fu che non c'era nessuna utilità nell'uccisione di trenta poliziotti militari tedeschi. Perché piuttosto non avevano rischiato la pelle in un assalto a via Tasso? perché non avevano scelto come bersaglio Kappler e la sua banda di macellai? Chissà quale sarebbe stata adesso la reazione dei tedeschi: di certo non era un buon auspicio per il movimento clandestino della città. Quello che ci rattristò di più fu l'ottima esecuzione e la precisione dell'attacco, la cui organizzazione appariva vicina alla perfezione!»[252].

Commentando le parole di Amendola, i Benzoni lo accusano di operare una «cosciente mistificazione», in quanto in realtà a marzo i combattimenti sul fronte di Anzio erano quasi fermi, e in quanto inoltre i comandi alleati «non si sarebbero mai sognati di sollecitare azioni» del tipo di via Rasella. Secondo i Benzoni, gli Alleati «avevano certamente invitato all'insurrezione al momento dello sbarco: ma si trattava allora di ostacolare e sabotare con tutti i mezzi il movimento delle truppe tedesche verso il fronte (e, se le cose fossero andate bene, di ostacolarne la ritirata). Prima e dopo le loro istruzioni si mantenevano nei limiti del sabotaggio e dell'informazione. Mai e poi mai, invece, avrebbero contemplato un'azione come quella del 23 marzo che avrebbe potuto avere la duplice negativa conseguenza: o di accentuare la presa tedesca sulla città che, per vari motivi, non desideravano, o di determinare quella insurrezione e quello scontro tra le varie fazioni della Resistenza che essi sommamente temevano»[

Anonimo ha detto...

Brava ce l'hai fatta per un pelo. Pero cambia bottiglia, ché questa è adulterata.

Anonimo ha detto...

La carriola della nonna di attimi e una posizione sessuale tipica delle sue zone native?

Anonimo ha detto...

Il "pensiero copia e incolla" è una conseguenza logica e antropologica di persone come Attimi.

Non hanno la minima idea di quello che copiano e incollano ma lo fanno, convinte che basti questo a suffragare ciò che provano ad asserire, convinte che indicare un link basti a scusare la loro profonda ignoranza.

E' la tragedia annunciata di questo paese, che parte appunto nel 1914, anno in cui una sorta di Confindustria primordiale, convince un tal Mussolini Benito, giornalista rampante amico di un poeta a pagamento di nome D'annunzio Gabriele, a cambiare schieramento e passare tra gli interventisti guerrafondai. Motivo? Le commesse militari per Confindustria, la fama eterna per il poeta coprofilo, e i soldi per il giornalista.

Attimi, Farina e suo fratello, e soci, non lo sanno e se glielo spieghi fanno finta di non capire (avete presente quelli che si mettono le dita nelle orecchie e "non sento niente!") ma sono esattamente il prodotto finale di quella gente lì, precisi precisi.

Gente in vendita, pseudo artisti falliti in disperata ricerca di denaro, furbi contrabbandieri di carne umana e acciaio da sparo. Una combinazione micidiale. Non è cambiato niente, in 100 e passa anni.

La vittima principale di questa gente è il buonsenso.

Quando sono in stato di riposo, in stand by, sembrano le persone più pacifiche e disponibili e democratiche che ci siano. Declamo poemi e liriche e dicono di impegnarsi in varie cause, e si mostrano disponibili col prossimo, almeno finisce finisce la tastiera del loro PC. Parlano di accoglienza, di integrazione e di bontà universale, di chiappe aperte.

Ma poi... un giorno gli si fa una semplice domanda, gli si fa notare che può esserci una contraddizione in quel che vanno asserendo, che la storia non corrisponde con quello che stanno scrivendo e cantando in giro. E si aprono le cateratte del cielo del loro odio verso tutti quelli che loro non riconoscono come loro simili, e cioè, se ben si osserva, la stragrande maggioranza del mondo che li circonda (e che spesso a imparato a diffidarne, e li tieni a debita distanza).

E bum! allora vai di copia incolla! "Vienimi in soccorso, o dio di internet, coi tuoi mille risvolti creati ad arte per dare manforte alle tesi più scontate, ai dogmi e alle religioni di partito, alla storia che chissà come mai è scritta sempre dai vincitori, e pure da quelli che si credono tali e che invece sono i perdenti più meschini della storia di un paese già perdente di per se stesso".
Abbiamo bisogno di credere che la verità sia sempre la nostra, vero fratelli Farina e Attimi varie ed eventuali?

No. non funziona così. Se la storia ci insegna qualcosa è che il buonsenso prima o poi emerge dalla merda che quelli come voi ci hanno buttato sopra. E' solo una questione di tempo. E come per contrappasso, la stessa merda adesso vi sta sommergendo a voi. Avreste dovuto saperlo. Ma voi no, non lo potete accetare.

Se la storia di questo paese è stata fatta dai Pesce, come Farina asserisce, allora basta guardarsi attorno e capire il loro fallimento totale. Non vi pare che sia proprio quello cui andate scrivendo, Farina? E' fin troppo facile smentire ogni vostro costrutto storico e ideologico. E io non sono uno storico.

Sono solo un tizio qualsiasi che ha deciso di scriverti che tu, e tuo fratello, a sostenere uno come il sig. Giovanni Pesce e signora, vi siete smascherati per gli ignoranti ipocriti che siete.

attimiespazi ha detto...

caro Anonimo patatone,
si sta discutendo,
capisco che ti sto antipatica e non perdi occasione per dimostrarmelo ma, si sta discutendo di fatti storici e non degli utenti.
ricorrere a ciò denota ignoranza (scusa se te lo faccio notare) e aggressività nel tuo affrontare le discussioni su un tema ben preciso.
tra l'altro,
in ciò che ho copiaeincollato non c'è altro che la conferma di ciò che hai scritto, con qualche piccola variante che tu hai tralasciato.
per esempio scrivi che "Kappler e Priebke ordinarono su diretta indicazione di Hitler l'eccidio di 335 persone innocenti."
invece, questa notizia non è confermata in nessun documento.
tralasci di citare delle oppressioni che i tedeschi fecero sul popolo romano.
tralasci di citare che non tutti i partigiani erano d'accordo per l'attentato.
hai tralasciato un sacco di cose.

però non perdi occasione per insultare i tuoi interlocutori. domandati perché..

.a

attimiespazi ha detto...

se tu non capisci l'arte, la poesia, la gentilezza nel porti alle Persone,
mica ti insulto, eh!

dimmi che ti sto sulle balle che fai prima.
ti risparmi i tuoi sermoni.
che ci guadagni ad insultare la gente ogni 2X3
me lo puoi spiegare?..

attimiespazi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
attimiespazi ha detto...

ahahahahah
il copiaeincolla WP è venuto in supporto al tuo argomento con una visione ancora più approfondita e tu ti incazzi
ahahahahahahahahahah

ma quanto sei prevenuto.

ihihihihihihihih

Anonimo ha detto...

Attimi, io insulto te, i fratelli Farina, e al limite qualcun altro. Non tutti i miei interlocutori. Tu scrivi cose non vere, e non corrette.

Tu, i fratelli farina, e altri, insultate il buon senso e la ragione.

Mi pare che dovresti semplicemente andare a riflettere sulla tua capacità di capire le cose. Ma è solo una mia opinione.

Su gli ordini gerarchici dell'esecuzione di sentenze come quella delle Ardeatine... Ti stai solo coprendo dell'ennesimo ridicolo. Non conosci la gerarchia e la disciplina che vige nelle Forze Armate.

Taci, per favore.

Anonimo ha detto...

Grande Andrea

Anonimo ha detto...

Un giorno scrissi che Attimi aveva contribuito a distruggere questo blog quasi quanto Fosca.

Avevo ragione.

attimiespazi ha detto...

Andrea, da quando sei comparso su questo blog hai insultato almeno una volta tutti i commentatori.
Freddy, Martina, Davide, Chicca, Paoly.
tu sei fatto così. devi insultare la gente, e un insulto è aggressione verbale, è violenza, lo capisci?
è mai possibile che non si possa discutere in pace senza che tu non abbia un atteggiamento così aggressivo?
ma pensi di favorire un ambiente sereno in questo blog con i tuoi insulti a destra e a manca.
su ogni virgola hai sempre da ridire. con chiunque osi dirti "ma io la penso diversamente da te"
non te ne rendi conto..

attimiespazi ha detto...

se si parla di donne,
solo tu le conosci.
se si parla di politica,
solo tu sai come vanno le cose.
se si parla di questo blog,
solo tu sai come andrà a finire.
se si parla di Fosca,
solo tu sai che tipo è
se si parla di Martina,
solo tu sai che tipo è.
se si parla di Davide,
solo tu sai chi è Davide
se si parla di Chicca,
solo tu l'hai inquadrata giusta
se si parla di Ricky,
solo tu hai capito chi è veramente

riccardofarina69 ha detto...

Andrea, rilassati. Una bella camomilla. Tanto Pesce e Nori resteranno lontani anni luce da te. E lo sai. Per questo ti accanisci. Fai le tue partitine di tennis di provincia e statti buono. Dammi retta. Un servizio, un dritto, un rovescio e una palla corta. Questo ti compete. I combattenti antifascisti non fanno per te. Dammi retta. Ritirata strategica. Fai una figura misera. Non puoi gettare fango contro il cielo del loro coraggio. Come fai a non capirlo? Ti ricade addosso. Dammi retto. Ops scusa. Dammi retta, intendevo. A letto soldato! E fai bei sogni. Bacia la sposa per me e abbraccia la prole.

attimiespazi ha detto...

ma come fai a vivere un blog così,
senza tregua?

ti chiamerò Anonimosenzatregua.

ma li hai contati i commenti che hai postato in questi giorni?
una vera e autentica invasione, un martellamento continuo.
un Anonimo continuo e incessante..

Anonimo ha detto...

Detto da una che non ha e non dà un attimo di tregua.

attimiespazi ha detto...

ma secondo te, Persone come Martina o Davide, hanno veramente voglia di presentarsi in questo blog dove c'è un Anonimo così aggressivo verso il prossimo? pensi veramente che tutte le Persone con un loro nome riconoscibile siano disposte a farsi insultare da te?
sei tu che stai facendo tabula rasa in questo blog se continui con i tuoi atteggiamenti.
ci piacerebbe parlare un pochino in pace, noi Persone normali.
mi mancano un sacco Martina e Davide e non posso parlar con loro perché, giustamente stanno ben lontani da un commentario simile. li capisco.
e li abbraccio..

Anonimo ha detto...

E sono stato a mia volta insultato. Magari non da te. Forse l'avrei preferito. ma tu non lo fai, perché la tua strategia è un'altra.

Ti dico: ho imparato ad apprezzare la schiettezza di altre persone, anche se mi insultano, e ne so riconoscere l'onestà intellettuale. A volte riconosco che hanno ragione e cerco di fare tesoro dei loro insulti.

Tu e Farina siete esseri meschini, diagonali, che si vogliono accreditare per democratici e aperti dialogatori di poesia e sogni vari ad oltranza.
Ma le vostre parole puzzano di ipocrisia, per me. Le tue prese di posizione sono dogmatiche, fanatiche, assurde, le tue difese di Fosca sono da internet dipendente e ricercatrice di like e amicizie virtuali sia quel che sia e chiunque sia. In sostanza sei inutile. Perché non sei vera. ti potrei dire che lo hanno notato praticamente tutti, qui, ma non è il mio stile. E' il tuo.

Aneli consenso, che un blogger disperato ti da. E pensi che gli altri siano come te. Non capisci che invece per me, e altri, vale l'esatto contrario: non seguiamo i dogmi, ci fanno schifo. Invece tu e farina ci sguazzate, vi cospargete di dogmatici principi. Questo è bello, perché lo dici tu, quindi questo è bello perché lo dico io. Fate un po' schifo, umanamente, sai?

Passate per gentili e tolleranti, invece siete l'humus in cui i Fosca crescono. E i fosca a volte sono gente come Pesce, che mai diresti lo siano. Siete voi, il terreno di cultura della violenza, perché la violenza è generata dall'ignoranza e dall'ipocrisia. La violenza non è la forza, tu e Frina vi confondete.

Però adesso, forse, un po' meno.

Anonimo ha detto...

Pesce e Nori a me mi dovevano girare belli lunghi, Farina.

Non se la prendevano con quelli come me, o mio padre. Fidati.

Noi le spalle non gliele avremmo mai date. Noi li si conosceva a naso.

E pure te.

Anonimo ha detto...

Sì come no, certi commentari fitti fitti, un botta e risposta intenso, interessante, c'era la fila, sgomitavate e prendevate il numero per postare un commento.

riccardofarina69 ha detto...

A letto, ho detto! In branda! E lavati i denti bene. Ne hai bisogno. Tanto colluttorio. Con tutte le merdate che spari. Questa non era diagonale. A stronzone.

attimiespazi ha detto...

ecco,
come volevasi dimostrare.
c'è ricascato pari, pari.
fatto fuori Fosca, ora tocca a Attimi?
mi fai ridere..

Anonimo ha detto...

E tu farina?

La solita sega con cetriolo a stimolarti la prostata? specchio specchio delle mie brame...

Farina credi a me: io e mio padre sapevamo difenderci da quelli come Pesce.

E ridere di quelli come te e tuo fratello.

attimiespazi ha detto...

bbbuuuuahahhhhhhh
"ricercatrice di like e amicizie virtuali sia quel che sia e chiunque sia"
sei scarso in Attimologia.
voto zero!..

Anonimo ha detto...

Fare fuori Attimi???

ma quando mai...

La tua più grande sconfitta, Attimi, è stata la riapertura dei commenti.

avevi Farina tutto per te... e adesso, invece.

Anonimo ha detto...

E infatti si era autosospesa dopo la riapertura. E tuttora non s'è più vista.

riccardofarina69 ha detto...

Ma non stai vedendo Ballando con le stelle? Ridere fa bene. Non hai bisogno di difenderti da Pesce. Pesce era un amico dell'umanità e tu sei un uomo. Nessuna paura. O sei un nazifascista? In quel caso sì, sarebbero cazzi da cagare con quelli come Giovanni. Ma tu sei un uomo. Tranquillo. Ora nanna. Andiamo.

attimiespazi ha detto...

22:47
sei troppo divertente!
au contraire.
la riapertura dei commenti mi piace.
e più tu aggredisci Farina, e più io sto qua.
cambia strategia, patatone.
Ricky è di tutti, e io gli voglio bene, come gli vuole bene Martina, Davide e tantissimi altri che sono altrove e che non ti indico, sennò poi cominci con le tue analisi personali pure con gli altri.

Anonimo ha detto...

Che dice al riguardo Oscar, Attimi, sulle persone come te che leccano i culi di quelli come Farina per sapere di che sapore sono fatti i sogni?

Che dice al riguardo D'annunzio, Farina, sulle persone come te, che si masturbano allo specchio con un dito nel culo (o altro oggetto eventuale) per sapere se esistono?

riccardofarina69 ha detto...

Capra. Scrivi correttamente il nome dei poeti.

attimiespazi ha detto...

naaa, 22:57,
la strategia simil foschiana ormai è già bella che digerita e prevedibile.
voto zero meno per aver copiato dal tuo compagno di banco..

riccardofarina69 ha detto...

Buona notte ragazzi. Grazie di tutto. Sono stanco. Sono qui al mare per festeggiare la Pasqua. Siate generosi e lieti. Divertitevi. Rinascete, ogni volta. E con la mani bucate non badate a spese. Si vive per sperperare. Non per accumulare.

attimiespazi ha detto...

ciao Ricky,
serena notte.
bacio..

.attimi

Anonimo ha detto...

Che Pesce fosse un uomo non c'è dubbio.

Il dubbio sei tu, e lo sai. Tu sei una minchia, non un uomo. Sei una minchia col cappello. e io non combatto con le minchie. Le uso per stanare altri bersagli, semmai.

Io ho incontrato tanti Pesce in vita mia. Alcuni non ci sono stati più, dopo che li ho incontrati. E a farmeli incontrare spesso sono stati le minchie come te e tuo fratello.

E io sono ancora qui, Farina.

Pesce era un combattente, come me. E lo rispetto, in fondo. anche se io non mettevo bombe e sparavo alle palle.

Ma tu? per uno come Pesce, o come me, tu non hai peso, non sei niente. Sei uno scarto nella scala dei bersagli possibili, e della natura. Saresti uno spreco, sei uno spreco.
E tra l'altro mi servi come esempio, non come bersaglio. Sei la merda che attira le mosche.

Sfidare Pesce sarebbe stato interessante. Per quanto avrei dovuto stare attento anche alla sua bella. E mi sarebbe dispiaciuto farle del male. Ma come dici tu, la guerra e guerra, o no?

Anonimo ha detto...

Oh scusa... ho scritto forse male D'annunzio?

Beh, magari me lo spieghi di persona quando torni, ok?

A presto.

marti64 ha detto...

Io spargo merda nei campi e raccolgo buoni frutti, tu spargi merda ovunque
e lo si vede in questi 100 commenti, con le tue merdate è nato qualcosa,
hai raggiunto un minimo ragionamento con attimi Ricky, mi sembra di no, quindi la tua è merda che non interessa a nessuno la puoi tenere tra i tuoi denti anziche
spararla in questo blog rispettabile, se Ricky ha aperto agli anonimi è per dargli credito per vedere se le cose erano cambiate in 4 mesi, vedo che hai solo merda
da sparare, devi imparare ancora le regole minime per la convivenza civile, forse
eri bravo con le armi, sei incazzato con qualcuno in particolare,perchè sparare cavolate su questo blog, se sei contro il potere hai sbagliato posto. ognuno
ha le sue verità tu vuoi imporre la tua verità, decidere chi è attimi e Richy
cosa devono fare, pure di me vuoi decidere. Prima di parlare con noi lavati la bocca
tante volte esce solo merda e hai dimostrato di non costruire nulla, nemmeno un minimo dialogo
https://www.youtube.com/watch?v=8PaoLy7PHwk

Anonimo ha detto...

"non interessa a nessuno"

Ma parla per te, sicapa ruffianella.
Applausi ad Andrea per la competenza e la perseveranza nello smascherare le fregnacce dei consueti disinformatori. Per inciso, non faccio parte del parterre da illuminare, ma di quello che in passato ha già provveduto a sbugiardare le colossali cialtronate dei suddetti, almeno finché gli impavidi non si sono lucchettati per cantarsele e suonarsele.

riccardofarina69 ha detto...

Martina. Hai tirato fuori tutto il tuo ardore! Che femmina. Lasciali nel loro brodo maschilista. Ti spiego in poche parole chi sono: frustrati, mezze tacche, colossali ignoranti che hanno letto tre libri mirati a sostenere la propria ignoranza, gli fai una domanda fuori dal recinto e crollano come un castello di carte truccate, sono sostanzialmente fascisti, ma non possono dirlo apertamente, sono antipatici, senza capacità di ironia, la cosa peggiore insieme al grumo di egoismo pulsante, hanno un cinismo che scambiano per lucidità, e probabilmente non disprezzano chi mangia i testicoli dei nemici politici, come certi dittatori africani. Credono nella merda ma la usano per gettarla contro chi è più felice di loro e più vivo, non per fertilizzare. In pratica sono morti. Lo sanno. E puzzano come cadaveri. Per questo odiano la vita. Lasciali perdere. Non ne vale la pena o la penna. Ah, e poi sono brutti, ma brutti di brutto.

marti64 ha detto...

Se Andrea è competente che tiri fuori la sue tre lauree. Quella in
merdologia applicata lo sappiamo la possiede, tu anonimo prima di
rivolgerti a me sciacquati la bocca, emani un brutto odore

Anonimo ha detto...

"Lasciali nel loro brodo maschilista"
Poverino, non riesce nemmeno ad intuire il genere di appartenenza di un interlocutore. D'altronde è uso all'eloquente e raffinata prosa di casalinghe e contadine.

Anonimo ha detto...

Occupati della tua vita inodore e insapore, Andrea. Sarebbe già tanto per te annusare l'afflato di un peto o leccare un po' della tua stessa merdina tumefatta. Hai dimenticato di fare la battutina della costola di D'Annunzio. La aspettiamo, o vile onanista.

Janne Anders ha detto...

Sono sicuro che non avrei potuto farlo senza l'aiuto dell'incantatore di incantesimi del Dr.Oduduwa, avrei rinunciato e credevo che, poiché mio marito stava vedendo qualcun altro e ha detto che avevamo finito. Dopo che il Dr.oduduwa ha pranzato un incantesimo d'amore magico, mio marito mi chiama al cellulare e torna a casa.
Grazie mille per aver riportato a casa mio marito dopo 3 anni di separazione. Siamo sempre in debito con il Dr.oduduwa per i suoi meravigliosi poteri d'incantesimo d'amore per ripristinare l'amore e la fiducia nel mio matrimonio oggi.
(dr.oduduwaspellcaster@gmail.com) qui è l'indirizzo e-mail personale di Dr.Oduduwa, puoi contattarlo per una soluzione a problemi coniugali come; se desideri smettere di divorziare, incantesimo d'amore per attirare il vero amore, incantesimo per riportare il tuo ex amante entro 48 ore ... è possibile al 100% perché l'incantesimo Oduduwa Magic-Love ha riportato mio marito a casa entro 2 giorni dopo il pranzo dell'incantesimo.