"Je est un autre". Rimbaud , veggente-poeta, definisce così la necessità della coscienza di avere quel decentramento dall'io di cui tu parli: il soggetto non è più il sé ma diventa altro da sé. il proprio io non è più soggetto ma oggetto. penso che sia questo il segreto dell'incantesimo che permette di metterci in rapporto con il diverso da sé e l'ignoto. Rimbaud lo ha spiegato alla sua maniera, un po' mistica, ma mi pare che anche Sartre ci abbia lavorato sopra su questa concezione che mi è venuta in mente per associazione di idee.
Mi permetto di lasciare una poesia del dolce, geniale ed ermetico ragazzo.
*
ROMANZO
I
A diciassett'anni non si può esser seri. - Una sera, al diavolo birre e limonata e gli splendenti lumi di chiassosi caffè! - Te ne vai sotto i verdi tigli a passeggiare.
Com'è gradevole il tiglio nelle sere di Giugno! L'aria è si dolce che a palpebre chiuse annusi il vento che risuona - la città è vicina - e porta aromi di birra e di vino...
II
Ecco scorgersi un piccolo brano d'azzurro scuro, incorniciato da lievi fronde, punteggiato da una malvagia stella, che si fonde in dolci fremiti, piccola e bianca...
Notte di giugno! Diciassett'anni! Ti lasci inebriare. La linfa è uno champagne che dà alla testa... Divaghi e senti un bacio sulle labbra che palpita come una bestiolina...
III
Il cuore è un folle Robinson in un romanzo - quando, nel pallido chiarore d'un riverbero passa una damigella affascinante all'ombra del colletto d'un padre tremendo...
E siccome ti trova immensamente ingenuo, trotterellando sui suoi stivaletti si volta, attenta ma con gesti vivaci -e sul tuo labbro muoiono le cavatine...
IV
Sei innamorato. Fino al mese d'agosto è affittato. Sei innamorato. I tuoi sonetti la fanno ridere. Tutti gli amici sono già andati, sei di cattivo gusto. - Poi l'adorata, una sera, si degnò di scriverti!...
- Quella sera... - Ritorni ai lucenti caffè e ordini ancora birre e limonata... a diciassett'anni non si può esser seri, se ci son verdi tigli lungo la passeggiata.
2 commenti:
"Je est un autre".
Rimbaud , veggente-poeta, definisce così la necessità della coscienza di avere quel decentramento dall'io di cui tu parli: il soggetto non è più il sé ma diventa altro da sé. il proprio io non è più soggetto ma oggetto.
penso che sia questo il segreto dell'incantesimo che permette di metterci in rapporto con il diverso da sé e l'ignoto. Rimbaud lo ha spiegato alla sua maniera, un po' mistica, ma mi pare che anche Sartre ci abbia lavorato sopra su questa concezione che mi è venuta in mente per associazione di idee.
Mi permetto di lasciare una poesia del dolce, geniale ed ermetico ragazzo.
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ROMANZO
I
A diciassett'anni non si può esser seri.
- Una sera, al diavolo birre e limonata
e gli splendenti lumi di chiassosi caffè!
- Te ne vai sotto i verdi tigli a passeggiare.
Com'è gradevole il tiglio nelle sere di Giugno!
L'aria è si dolce che a palpebre chiuse
annusi il vento che risuona - la città è vicina -
e porta aromi di birra e di vino...
II
Ecco scorgersi un piccolo brano
d'azzurro scuro, incorniciato da lievi fronde,
punteggiato da una malvagia stella, che si fonde
in dolci fremiti, piccola e bianca...
Notte di giugno! Diciassett'anni! Ti lasci inebriare.
La linfa è uno champagne che dà alla testa...
Divaghi e senti un bacio sulle labbra
che palpita come una bestiolina...
III
Il cuore è un folle Robinson in un romanzo
- quando, nel pallido chiarore d'un riverbero
passa una damigella affascinante
all'ombra del colletto d'un padre tremendo...
E siccome ti trova immensamente ingenuo,
trotterellando sui suoi stivaletti
si volta, attenta ma con gesti vivaci
-e sul tuo labbro muoiono le cavatine...
IV
Sei innamorato. Fino al mese d'agosto è affittato.
Sei innamorato. I tuoi sonetti la fanno ridere.
Tutti gli amici sono già andati, sei di cattivo gusto.
- Poi l'adorata, una sera, si degnò di scriverti!...
- Quella sera... - Ritorni ai lucenti caffè
e ordini ancora birre e limonata...
a diciassett'anni non si può esser seri,
se ci son verdi tigli lungo la passeggiata.
Arthur Rimbaud
29 settembre 1870
Che poeta!
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