CRONACA DEI MIEI ATTIMI

Cambusa di Piazzale Tripoli, solo col mio cappello.
Solo insieme alle zanzare troie.  Succhiatemi pure.
Ritrovo il mio Panama lacerato appeso in birreria.
Mi siedo fuori. Sono simpatici alla Cambusa, tante
birre di ogni tipo, ne ordino una al miele. A volte mi
piace ordinare, anche se ho uno spirito anarchico.
Al mio fianco due coppie, parlano di ristoranti
libanesi, ristoranti vegetariani e indiani. Ascolto.
Ascolto le loro vite vegetariane. Le donne buttano
un'occhiata all'uomo con due cappelli, quello nuovo
e il Panama lacerato, dimenticato e ritrovato.
Quell'uomo sono io, o forse no. Che cosa significa
essere? Essere o non essere con due cappelli.
Le donne annusano la mia solitudine, sentono
l'erotismo accerchiato. Un uomo solo è più erotico.
E io annuso l'odore ammuffito della loro vita
di coppia, delle loro scopatine ordinate che non
sanno più disfare le lenzuola. Mentre zanzare
troie mi succhiano la pelata. E la birra al miele
mi scende nelle viscere. Arrivano dei ragazzi,
uno dice : "A questo punto sogno l'Uruguay
in finale". Sento il passo strascicato di un uomo
ancora più solo di me. Avanza lento, denso.
Carico di pece. Nero come fango notturno.
Non chiede l'elemosina. Ha la dignità delle
tigri drogate. Delle tigri più forti della morte.
E della volgarità assassina dell'uomo. Pago.
10 euro. Torno a casa e scrivo. Ora.