Ecco, mi disarmo. Sono indifeso.
C'è un vento furioso nella mia calma.
Gli specchi d'acqua riflettono stellari
pietrificazioni, e inizi di vertigine.
A passo d'uomo incontro l'infinito,
racimolo i pochi spiccioli di felicità
e li getto nel pozzo dei desideri assetati,
i desideri che precipitano lievi.
Al mio fianco una ferita, a tenermi
compagnia, col suo sangue vivo, con
la sua placida avvenenza di dolore
profondo, e mi lascio andare dove
non c'è segno, meta, destinazione.
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