Un tumore nero, un cristallo, una ciocca di capelli.
La mia saliva nel vuoto di un grido.
Decomposizione della realtà, decomposizione
progressiva, incessante, strabordante.
La mente intrappolata in una scatola, e i tuoi
passi di tigre nel mio sangue veloce.
Non riesco a sognarti perché sei incarnata
nelle mie notti, fontana d'insonnia lucente.
E tutta la vita mi esplode fra le mani.
Non restano che frammenti di un destino.
Specchio in attesa di un'ombra, sorgente delle
mie lontananze, il tuo viso è un rasoio
di bellezza sovrumana, pericolosa bellezza,
foresta nuda del respiro, che mi sprofonda
nella languida ferocia del disincanto.
Un tumore nero sotto la pelle, un cristallo
nell'azzurro della debolezza. E una ciocca
di capelli, reliquia profumata di un amore
malato, così malato da essere vivo.
Ancora vivo.
Nessun commento:
Posta un commento